Fare regali impeccabili non è sempre facile…
Ma il bon ton può venirci in soccorso.
Perché, se la ricetta più efficace per scegliere doni graditi è quella di restare sintonizzati sui desideri dei propri cari tutto l’anno, compilare e aggiornare liste di idee regalo e, possibilmente, non ridursi il 23 dicembre a fare acquisti, è anche vero che ci sono tanti dettagli “accessori” in grado di fare la differenza.
Pronti a scoprirli?
Ecco dunque 5 regole di Bon Ton per fare regali di Natale dieci e lode.
1. Biglietto e packaging impeccabili
La forma, si sa, conta. Perciò, qualunque sia il dono che stiamo facendo è essenziale che sia incartato con cura, e accompagnato da un biglietto scritto a mano.
Che si tratti di una Montblanc o di un decoro dell’albero handmade non importa: l’incarto del regalo deve essere sempre curato nel dettaglio e impeccabile.
E non dimentichiamo il biglietto (non un semplice chiudipacco) che serve sempre, anche quando mandiamo un mazzo di fiori. Perché? Perché il detto “conta il pensiero” è proprio vero: i doni dovrebbero essere simbolo di affetto, e attenzione: dedicare alcuni a scrivere due righe sottolinea questo concetto, e aggiunge un tocco personale al regalo. Troviamo un modo gradevole e valorizzante di presentare ciò che doniamo. Sempre.
2. Pronunciare frasi che sminuiscono il dono
Oltre al cosa conta il come. Quindi, quando porgiamo i nostri regali, attenzione a non pronunciare alcune frasi in grado di azzoppare anche i doni più sentiti.
Ad esempio, frasi che sminuiscono preventivamente il regalo, come “è solo un pensierino” oppure “non è nulla di speciale”.
Non fatelo, è un segno d’insicurezza, come se volessimo essere rassicurati dal destinatario.
E già che ci siamo, evitiamo anche di mettere in imbarazzo il destinatario con richieste di feedback che tradiscono la nostra evidente ansia da prestazione.
Ultimo particolare – che dovrebbe essere scontato ma meglio sottolineare l’ovvio – evitiamo di lasciare prezzi in vista.
3. Fare regali fuori luogo a colleghi e sottoposti
Abbiamo già parlato dei regali sul lavoro, qui, (Regali in ambito business how to). Dando per scontato quindi che le raccomandazioni di base siano condivise, ricordiamo che tra colleghi è meglio evitare
regali troppo personali (ed. profumi, vestiario o prodotti di skin care), o troppo costosi.
Se abbiamo un rapporto di particolare amicizia con qualcuno, meglio consegnare il dono fuori dall’ufficio, in modo da non creare imbarazzi.
4. Fare regali dal valore sbilanciato
Figuriamoci la scena: pranzo di Natale, tutta la famiglia presente al completo, si scartano i regali… Noi riceviamo un libro dalla suocera mentre nostra cognata un bracciale di Swarovski.
Come ci sentiremmo?
Questo è un piccolo esempio per sottolineare che quando facciamo dei regali a destinatari provenienti da uno stesso contesto (es. tutti i nipoti, tutti gli amici della palestra..…) è fondamentale scegliere doni di valore uniforme, per evitare confronti e malumori.
5. Fare regali sbagliati per motivi scaramantici o intrinseci
Se non conoscete bene il destinatario, sappiate che in Italia ci sono molti doni da evitare per ragioni scaramantiche: perle, oggetti che pungono, oggetti che tagliano, fazzoletti e foulard, ombrelli, orologi, portafogli, pigiami e biancheria da letto.
Già vi sento: “ma mia moglie è mesi che brama l’ultimo foulard di Hermes”… Se vostra moglie non è superstiziosa, nessun problema. In caso contrario, si può “aggirare” la sfortuna acquistando simbolicamente il dono per pochi centesimi. Più infidi, i regali che possono risultare “passivo-aggressivi”, e che andrebbero evitati ad ogni costo. Pensate a creme anti-age o anticellulite, trattamenti estetici, libri di self help o crescita personale… tutti oggetti che – se non sono oggetto di una specifica richiesta – potrebbero mandare il messaggio “datti una sistemata!”.
Infine, occhio anche agli oggetti troppo prosaici, come gli elettrodomestici, andrebbero regalati solo su esplicito suggerimento: in caso contrario, meglio puntare su doni un pochino più frivoli, che facciano sentire il destinatario coccolato.
Insomma: oltre al bon ton, come sempre serve anche il buon senso!
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