I marchi del lusso spesso vantano (o millantano) epiche origini.
Coco Chanel – puntualmente in anticipo- s’era inventata di ricche zie e un padre emigrato per occultare le sue umilissime origini… Ed oggi non c’è solo il successore Lagerfeld ad imitarne il vezzo.
Vero o presunto che sia, l’heritage incarna il nocciolo più essenziale dei valori del brand, quello che sta scritto nel suo dna e nei casi più fortunati si materializza in quella che diventa la signature della griffe.
Il morso di Gucci per esempio rimanda alla storia del signor Guccio, che ad inizio secolo in quel di Firenze decise di aprire una bottega di selle e borse… Ed oggi quando orna i celebri mocassini, si trasforma in stampa, in gioiello, o addirittura in texture continua a raccontarci la stessa storia.
Naturalmente piace a tutti ascoltare delle storie, ma c’è qualcosa di più nell’heritage che un piacevole racconto: per i brand, come anche per le persone, l’eredità è qualcosa con cui si nasce addosso, e di cui non potremmo – anche volendo- liberarci.
Per le persone il problema non si pone – o se si pone, costa caro quanto un paio d’anni di analisi.
Per le griffe il problema si pone eccome: e se solo la coerenza è destinata è sopravvivere, per l’incoerenza non c’è Freud che tenga… E il conto da pagare è davvero salato.
My Heritage, 2008
Questo articolo ha 4 commenti
>Se dovessi trovarmi a produrre un qualsiasi articolo da vendere al pubblico credo che mi glorierei (a patto di essere riuscito a smerciare un prodotto realmente di valore) di avere umili origini e di mostrare che non mi hanno impedito di realizzarmi ma come giustamente mi insegni, senza pubblicità opportunamente dosata in ogni momento della propria esistenza, non c'è articolo che riesca a continuare a far mercato e probabilmente un nobile lignaggio ed una lunga storia non sono altro che un'affascinante, continua, gratuita e soprattutto senza meriti, pubblicità 😉 Io da parte di madre discendo da un celebre avvocato fiorentino mentre da parte di padre da nobili della bassa… più tira in culo di così non potevo proprio averceli gli avi. Che dici, apro un'agenzia assicurativa? 😉 X
>un bel post… l'altra sera vedevo la storia di Guccio Gucci e del figlio erede assassinato….
w il marchio !!
>@melkor
Mio caro, quel che vorresti far tu l'ha già fatto Renzo Rosso! Sul valore del prodotto dipende dai punti di vista: io li trovo banali capi semi street, ma se qualcuno è disposto a spendere centinaia di euro per dei semplicissimi jeans…
Beh allora un valore da qualche parte ci deve pur essere.
>Per un paio di jeans stinti, niente è meglio del mercatino di san lorenzo 😉 Io neanche sapevo chi fosse renzo rosso e cercando notizie ne ho trovata una che probabilmente a te avrà fatto perdere dieci anni di vita: una collaborazione tra rosso e galliano X