Per lavoro mi capita di frequentare posti decisamente strani. Per esempio, le case d’asta.
In questi giorni è andato all’incanto, a Milano, il guardaroba di una ricca signora, venuta a mancare un paio d’anni orsono. E se la crisi bussa, il vintage risponde: perciò, assieme ai buyer e collezionisti, si è fatta avanti una piccola schiera di stagionate fanciulle, tutte a caccia di tesori low-cost. Con le Hogan d’ordinanza e le Birkin al braccio, hanno dato l’assalto all’esposizione, e ora si combattono a colpi di paletta tailleur di Chanel, borse di Hemès e introvabili Valentino Couture.
Mentre guardo quei volti modellati collagene, e le loro impalcature di capelli cotonati, penso che non c’è griffe che salvi dal ridicolo. Pirandello individua nella contraddizione tra apparenza artificiosa e realtà dei fatti l’elemento chiave della comicità: in teoria, mi dovrei sbellicare dalle risate. In pratica, mi sento un po’ triste invece.
Questo articolo ha 2 commenti
>:-) mi sa che questa teoria vale con chi fa ridere per mestiere, vocazione o sua natura, non con chi non si accetta e si lascia condizionare. Credo che anche il buon gusto sai un gran lusso X
>Non se ne può più delle interactive, dovrebbero bandirle!