La gentilezza, insieme alle buone maniere e alla bellezza, salverà il mondo dai toni aggressivi e dai tanti fraintendimenti che a volte caratterizzano le relazioni, sia online che offline.
Come sapete se mi seguite sui social, sono stata di recente coinvolta, involontariamente, in una “zuffa” in seguito a un commento sotto a un profilo, in cui semplicemente esprimevo la mia opinione, senza pretendere di avere la scienza infusa. La bagarre dai toni aggressivi, da parte del mio interlocutore, che ne è scaturita mi ha convinto a fare questo post in cui vi racconto cinque buone ragioni per coltivare la gentilezza.
Perché sì, a volte il problema è proprio riuscire a capirsi, e con un po’ di gentilezza tutto funziona meglio.
Essere gentili fa bene a noi prima che agli altri
L’essere gentili è un atto altruistico, perché esprime una preoccupazione sincera per il benessere dell’altro. Vero, ma non solo questo.
Innanzitutto approcciare una persona con gentilezza ci fa partire con il piede giusto in una relazione: dispone bene l’altro nei nostri confronti ed è più semplice entrare in sintonia. Di conseguenza sarà anche più semplice e positiva la relazione, in primis per chi ha esercitato la gentilezza.
Essere gentili fa parte degli standard che una persona si dà, come non appoggiare la schiena da seduti o apparecchiare con cura secondo le regole del galateo. Come ci comportiamo ci definisce ed essere definiti dal garbo e dalla gentilezza è indubbiamente un buon affare.
Essere positivi guardando sempre al lato bello della vita
Ringraziare qualcuno per un piccolo accorgimento che ha avuto nei nostri confronti, lodare un’amica per un risultato tanto atteso e raggiunto, valorizzare cambiamenti e conquiste di chi ci sta attorno. Insomma essere positivi, guardando il lato bello della vita e delle cose, facendolo notare a chi ci sta intorno è un modo per essere gentili.
Fermo restando, come ho detto tante volte nelle stories rispondendo alle domande, che apprezzamenti sulla fisicità altrui non vanno mai fatti, far notare con delicatezza le cose belle che riscontriamo è una forma di gentilezza. Quindi no a espressioni tipo “ma come sei dimagrita”, sì a complimenti come “hai scelto un cardigan davvero bello oggi, mi piace!”.
Tacere, a volte, è un atto di grande gentilezza
Quante volte ci si pente per una parola detta di troppo, magari sovrappensiero e senza cattive intenzioni? Per poi fare i conti con brutte figure a cui rimediare… a volte tacere è sinonimo di grande gentilezza, oltre a togliere dagli impicci. Perché? Cosa porta dritti verso una scortesia, anche involontaria?
Per capire cosa dire e quando invece tacere, consiglio di affidarsi alla regola dei tre setacci di Socrate. Ne parla lo scrittore Dan Millman nel suo libro “La via del guerriero di pace”. Nella parabola il discepolo si avvicina al maestro saggio per raccontargli una cosa che riguarda una terza persona, ma il saggio lo blocca chiedendogli se quello che aveva da dire avesse passato i tre setacci, quello della verità, quello della bontà e quello dell’utilità.
Una buona regola per tutti: prima di parlare chiediamoci sempre se quello che abbiamo da dire è certamente vero, se è una cosa buona e se è di qualche utilità. Se non passa al vaglio di questi tre punti, è meglio tacere, per essere gentili verso noi stessi e gli altri.
Coltivare la gratitudine ed esprimerla fa bene
Dire grazie, non in modo meccanico come talvolta accade, ma prendendosi proprio del tempo per esprimere la propria gratitudine, migliora l’umore e la salute.
In questo le buone maniere sono di grande aiuto. Fermarsi un attimo per scrivere un biglietto di ringraziamento per una persona è il primo passo per rendersi conto realmente dei doni ricevuti, in una situazione specifica e in generale nella vita.
Dedicare del tempo all’espressione della gratitudine aiuta anche a capire che niente può essere dato per scontato, migliora quindi la nostra prospettiva sulle cose e sulle persone.
Condividere le cose belle
Infine, non solo ricevere, ma donare. O ancora meglio condividere, un atto di vera e propria gentilezza.
La condivisione è una delle basi della società e dei rapporti, oltre ad essere uno dei gesti di maggiore gentilezza, che fa bene a sé e agli altri.
Si può trattare di una competenza, una ricetta, un oggetto o semplicemente un sorriso: condividere le cose belle porta benessere a entrambe le parti e mette un tassello in più nella costruzione di una società civile e umana.
Se vuoi approfondire il tema delle relazioni e del galateo, è uscito il mio libro “Bon Ton Pop”
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