Buffet a un congresso di lavoro, aperitivo con amici di amici mai visti prima, cena con i genitori della classe dell’asilo. Le occasioni in cui lo small talk è un alleato prezioso per vivere la socialità al meglio sono innumerevoli. Spesso bistrattato come inutile conversazione sul tempo (spoiler: parlare del tempo è un ottimo modo di fare small talk), l’arte di conversare in modo leggero di argomenti neutri e poco impegnativi permette di approcciare in modo vincente le persone appena incontrate.
Cos’è lo small talk
Tradotto letteralmente parlare piccolo, lo small talk è quella conversazione leggera che si fa con qualcuno che non si conosce, per rompere il ghiaccio e avviare una conversazione.
Lo small talk non ha lo scopo di scambiare informazioni, né di dimostrare le proprie competenze e nemmeno di sostenere le proprie opinioni. Lo small talk è un ponte tra due persone che si incontrano. Chi inizia lo small talk apre una porta e fa un invito: se vuoi entrare e iniziare una conversazione la porta è aperta.
Lo small talk deve essere banale, inclusivo, neutro e generico. Perché? Quando si parla con qualcuno che non si conosce essere banali è d’obbligo, perché non sapendo chi si ha di fronte si inizia a sondare il terreno. L’argomento dello small talk deve essere generico per essere inclusivo, ovvero adatto a tutti: in questo genere di conversazione per rompere il ghiaccio si affrontano temi su cui chiunque sulla faccia della terra possa avere qualcosa da dire. L’abile conversatore offre su un piatto d’argento un argomento su cui l’interlocutore possa avere un’opinione.
A cosa serve lo small talk
Lo small talk serve per sentirsi sicuri e a proprio agio nel parlare, senza imbarazzo, con chiunque e in tutte le situazioni.
Iniziare una conversazione socievole con il piede giusto aiuta a comunicare con più sicurezza e di conseguenza aiuta a cogliere tutte le opportunità, sia in ambito lavorativo che sociale.
Non da ultimo, imparare l’arte dello small talk fa parte delle strategie di comunicazione salva vita per evitare scivoloni e gaffe quando si parla con qualcuno per la prima volta.
Lo small talk serve quindi a iniziare una conversazione socievole con chi si è appena incontrato, affrontando argomenti neutri e inclusivi.
False credenze sullo small talk
Parlare del tempo è un pessimo esempio di small talk. Falso!! Il tempo è un argomento ottimo per lo small talk, perché racchiude in sé tutte le caratteristiche che la conversazione leggera deve avere. E’ un tema neutro e generico, chiunque può dire qualcosa sul fatto che c’è il sole oppure piove, e per questo è un argomento inclusivo.
Un’altra falsa credenza relativa allo small talk è che si tratti di chiacchiere banali, senza uno scopo preciso. Falso!! Lo scopo preciso è iniziare una conversazione socievole e leggera con una persona che si conosce da poco. Saranno poi gli interlocutori a decidere come questa conversazione procede, se fare un passo indietro o se avviare un discorso che porterà a una grande amicizia o una partnership professionale.
Suggerimenti per small talk
Oltre al tempo, quali sono quindi gli argomenti migliori per lo small talk? Indubbiamente la richiesta di informazioni è un argomento molto efficace per rompere il ghiaccio. A un evento di lavoro si può chiedere: “A lei funziona il wi-fi?”, a un evento sociale si può dire semplicemente: “sai dirmi dov’è la toilette per favore?”.
Un buon tema per lo small talk sono gli elementi in comune, che vengono spesso evidenziati dal contesto. Se a un congresso di lavoro basta chiedere: “che parte ti è interessata maggiormente del programma di oggi?”, la classica domanda ai matrimoni per rompere il ghiaccio è: “sei amico dello sposo o della sposa?”.
I commenti positivi sulla situazione in cui ci si trova sono un altro trucco da small talk per avviare la conversazione. Ci tengono a sottolineare positivi: passa la voglia a tutti di attaccare bottone con chi apre la bocca per lanciare frecciate negative al mondo. Per restare sull’esempio del matrimonio, si potrà lodare la composizione floreale o il ricco buffet (sorvolando magari sulla musica se non è delle migliori).
Come i commenti positivi, anche i complimenti sono una strategia per attaccare bottone, purché siano sinceri e relativi a qualcosa che la persona ha fatto o scelto (esempio: che bello il colore del maglione che indossi oggi). I complimenti non devono mai essere relativi alla fisicità.
Conversazione socievole
Una volta che con lo small talk ci si è scambiati qualche battuta, se gli interlocutori lo desiderano il dialogo può proseguire con una conversazione socievole, ovvero quella conversazione che si fa con chi non si conosce ancora tanto e con cui non ci si vuole esporre troppo. Le sue caratteristiche saranno quindi di essere inclusiva, varia e leggera: si cambia spesso argomento, non si trattano temi controversi e qualora emergano vedute differenti si passa oltre.
I miei suggerimenti, validi sia per small talk che per conversazione socievole, sono innanzitutto di concentrarsi sull’interlocutore (via lo smartphone per favore) e di praticare tanto ascolto attivo, ovvero seguire ciò che ci viene detto dimostrando interesse, poi fare domande aperte in modo da lasciare campo libero per le risposte ed infine evitare come la peste gli argomenti no.
Quali sono gli argomenti no? Tolte le ovvietà come politica, religione, denaro e dettagli intimi, vorrei mettervi in guardia anche da gossip e argomenti tecnici. Il primo perché non si parla mai degli assenti se non per lodarli e il secondo perché, salvo che ci si trovi a un tavolo di professionisti che fanno lo stesso lavoro, si rischia o di annoiare gli altri o di incorrere nella richiesta di un parere professionale (già che sei un avvocato, avrei un po’ di problemi con il mio vicino…).
Ok a tutti gli argomenti leggeri relativi a cultura, spettacolo, cucina e vacanze, senza però mai fare sfoggio di sé (vacanze da sogno quando chi è accanto a noi non è potuto andarci…).
Il mio trucco per togliermi da tutti gli imbarazzi è fare domande ipotetiche. Nel regno della possibilità si può parlare di qualsiasi cosa, anche della vacanza dei propri sogni, senza urtare la sensibilità di nessuno.
Per finire il mio ultimo consiglio: esercitatevi, esercitatevi e ancora esercitatevi. Nelle social skills, come lo small talk e la conversazione socievole, la conoscenza fine a se stessa non serve a nulla. Il valore di queste competenze sta anche nel far sembrare tutto naturale e senza fatica.
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