Sostengo spesso che l’educazione è soprattutto un atteggiamento empatico. Ovvero, l’abitudine a pensare agli altri, oltre che a noi stessi, e a considerare come possiamo rendere la vita più facile e piacevole a tutti. Semplice? Forse sì, ma di certo non sempre facile, soprattutto in ambito lavorativo.
Sul lavoro, più che altrove, siamo spesso concentrati su noi stessi: dobbiamo essere sempre performanti, raggiungere gli obiettivi, cogliere tutte le opportunità…Questo però, purtroppo, spesso ci porta a non prestare la dovuta attenzione agli altri. Per questo qui vi parlo dei dieci peccati capitali della Business Etiquette.
[Se non sai in cosa consiste la Business Etiquette, ne parlo chiaramente qui e qui.]
Partiamo dal presupposto che la maggior parte di noi non intende essere sgarbata o maleducata di proposito, semplicemente c’è molta poca consapevolezza. Quindi, che tu sia un Ceo o un semplice impiegato non importa: certi passi falsi vanno proprio evitati.
1. Essere cronicamente in ritardo
“La puntualità è la cortesia dei re” sosteneva Luigi XVIII. Il tempo è uno dei pochi asset che tutti hanno in egual misura, che una volta “speso” non può essere recuperato, che non si può vendere o comprare. Rispettare il tempo degli altri è essenziale per rispettare le persone.
Un ritardo ragionevole è accettato in ambito sociale ma in ambito lavorativo la puntualità è d’obbligo. Questo riguarda l’arrivo al mattino in ufficio, alle riunioni ma anche ai pranzi di lavoro.
2. Giocare col telefono
Ho già parlato del galateo dell’uso del cellulare qui. In generale l’uso dello smartphone è consentito solo strettamente per motivi di lavoro, tuttavia durante le riunioni o mentre parla un collega l’uso del cellulare è da evitare in assoluto. “Cazzeggiare” col telefono in ufficio è consentito solo se stai pranzando alla scrivania, dunque durante la pausa.
3. Interrompere gli altri mentre parlano
Chi ci parla merita sempre la nostra totale attenzione. Questo implica anche evitare di interrompere gli altri mentre parlano, aspettando educatamente il proprio turno. Cerchiamo di immedesimarci nel prossimo: a chi fa piacere l’intromissione di altri mentre si sta parlando?
4. Spettegolare
Si sa: può capitare che sul posto di lavoro sorgano problemi tra colleghi o nel rapporto con i propri superiori. E so bene che ci sono uffici in cui il gossip è una costante. In una certa misura parlare (anche) degli altri è inevitabile… Attenzione però a evitare come la peste le conversazioni a tema gossip aziendale (specie se ci sono in ballo cambi di ruolo o esuberi) o quelle che denigrano qualcuno: la tentazione di dire la propria potrebbe essere forte… Ma credetemi: non è mai una buona idea. Inoltre, spettegolare è sempre un’arma a doppio taglio. Non sai mai se, una volta uscito dalla stanza, diventerai tu stesso l’oggetto della conversazione.
5. Rispondere in ritardo
Abbiamo già parlato della netiquette della mail qui. In generale, ogni volta che riceviamo una richiesta in ambito lavorativo è buona norma rispondere il prima possibile. Alle email si risponde con un massimo di 48 ore di ritardo. Se non siamo in ufficio per lunghi periodi è importante impostare una mail automatica di out of office (ti spiego come scriverla qui). Stesso discorso per le telefonate: se siamo impossibilitati a rispondere è una buona regola richiamare il prima possibile o almeno mandare un messaggio dove informiamo l’interlocutore che sarà ricontattato a breve.
6. Saltare le riunioni
Certe volte i meeting di lavoro possono diventare più frequenti di quanto vorremmo. Tuttavia non presentarsi a una riunione è un gesto particolarmente maleducato. Questo perché: dovrai disturbare un tuo collega per aggiornarti sugli argomenti della riunione che ti sei perso; comunicherai il messaggio che i tuoi impegni lavorativi sono più importanti degli altri; è irrispettoso nei confronti di chi ha organizzato la riunione e di tutti gli altri partecipanti che si sono resi disponibili per partecipare all’incontro.
7. Essere critici nei confronti del lavoro e dei colleghi
Le parole sono importanti e contribuiscono grandemente a definire la realtà. Quando ci esprimiamo in modo negativo rendiamo il mondo un posto peggiore. Lo stesso principio va applicato all’ambito lavorativo. Essere sempre critici nei confronti del lavoro proprio o, soprattutto, altrui non è solo una mancanza di galateo: è proprio un’abitudine tossica. Vale la pena di allenarsi a “parlare positivo” ogni volta che è possibile. Chissà che da questo impegno non fiorisca anche un modo di lavorare più produttivo.
8. Prendersi meriti altrui
Prendersi meriti altrui è una grande mancanza di rispetto, che a mio avviso diventa ancora più grave se chi lo fa ha la ragionevole certezza di farla franca. So bene che le dinamiche aziendali spesso non consentono di presentare il lavoro dello stagista al board of directors. Mai come in questi casi è essenziale parlare chiaramente con il team e fare in modo che il riconoscimento del contributo di ognuno sia esplicito. E poi, meglio non avere paura di congratularsi sinceramente con un collega per un lavoro svolto che attribuirsi traguardi raggiunti a altri.
9. Escludere le persone
Presentare ed essere presentati è uno dei punti di maggiori dubbi in ambito di business etiquette. Anche se l’auto presentazione nella sfera professionale è stata ampiamente sdoganata è un segno di attenzione nei confronti dei colleghi fare le dovute presentazioni quando è necessario. Meglio se, oltre nome e cognome, aggiungiamo informazioni introduttive sui nuovi arrivati.
10. Immergersi subito nel lavoro
Quando si tratta di lavoro e rapporti la linea di demarcazione tra professionalità e maleducazione è sempre molto sottile. Trascorrere un’ora di pausa alla macchinetta del caffè chiacchierando con il collega è certamente sbagliato. Tuttavia, anche limitarsi a un laconico “ciao” nell’arco di un’intera giornata può essere interpretato come un atteggiamento freddo nei confronti di chi lavora con noi. Come sempre, la virtù sta nel mezzo e aggiungere una nota personale nei nostri rapporti professionali è sicuramente un modo utile per creare un ambiente lavorativo piacevole.
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