Nel corso del mio percorso formativo sull’etiquette ho studiato su tantissimi libri.
Eppure, rimango convinta che quando si tratta di imparare (il galateo, ma anche qualsiasi altra materia) poche cose siano utili come la pratica e l’esempio.
Dove trovarli? La risposta corretta è ovunque.
Perché le buone maniere non hanno a che vedere con stato sociale, professione o conto in banca.
Per questo, secondo me, sono il vero lusso del nostro secolo. Ad esempio, io non seguo particolarmente il tennis… Ma non ho potuto fare a meno di restare colpita da Jannik Sinner e dalla vittoria dell’educazione. Oltre che in campo, ovviamente.
Jannik Sinner: la vittoria dell’educazione
La domanda più gettonata tra le madri della mia community è “Come faccio a insegnare le buone maniere ai miei figli?”.
Come detto anche altrove (se sei curioso leggi qui), nulla educa meglio degli esempi concreti.
Ovviamente partendo da noi stessi, ma anche guardando ad altri.
In tal senso, Sinner, la giovane promessa del tennis italiano, incarna un modello di condotta che va oltre la mera abilità sportiva, rappresentando un esempio luminoso di come l’educazione e il rispetto possano emergere nel mondo dello sport. Attraverso gesti di cortesia inaspettati, come l’offerta di pagare per l’uso di un campo da tennis durante gli allenamenti, l’offerta di reggere un ombrello a una raccattapalle e altri esempi di e comportamento esemplare, Sinner dimostra che la vera grandezza si misura anche attraverso il rispetto per gli altri e l’umiltà.
Il comportamento dentro e fuori dal campo di questo giovane atleta rappresenta una testimonianza vivente che il bon ton e la cortesia non sono obsoleti, anzi, possono ancora definire il carattere di un campione.
Gli esempi di galateo che fanno la differenza
Il modo in cui ci rapportiamo agli altri e l’atteggiamento con il quale affrontiamo la quotidianità raccontano di noi molto più dei nostri titoli e dei nostri successi.
Soprattutto quando siamo messi sotto pressione. Anche per questo mi ha colpito il comportamento di Sinner, perché l’atteggiamento con cui si affrontano le sfide e si interagisce con gli altri può lasciare un’impressione duratura quanto ( o forse più) dei risultati ottenuti. Forse proprio per questo Sinner, con il suo comportamento, ispira non solo altri atleti, ma chiunque osservi il suo percorso, a riconsiderare il valore dell’educazione come componente fondamentale del successo.
Cosa avrà fatto di così straordinario? Reggere un ombrello alla raccattapalle di turno, offrire il proprio aiuto a una spettatrice con un malore, o anche perdere con fair play.
Sembrano banalità ma il bon ton è fatto proprio di questo: gentilezza, attenzione verso il prossimo ed educazione, trattare tutti con la stessa considerazione.
Che poi sono anche delle skills dei veri leader.
La morale di questo articolo? Che se ben guardiamo, in giro ci sono tanti esempi positivi.
La mia speranza è che anche grazie a figure di questo tipo l’educazione possa essere rivalutata da ognuno di noi. Che sia in campo per vincere una Coppa Davis o in coda alle Poste.
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