Il cibo non è mai solo cibo. Se preparato e accostato in modo sapiente ogni invito a pranzo o a cena può diventare un regalo, un momento unico che faccia esclamare ai nostri ospiti “oggi rettitudine e felicità si sono sposate“. Chi non vorrebbe costruire un menu che funziona come fa lo chef Babette? E sì, è una citazione da un film: se non lo avete visto rimediate subito.
A differenza di quanto si può pensare il segreto principale non è offrire sempre ostriche e champagne ma creare un’armonia tra accostamento di piatti e vino, con protagonisti cibi che sono armonizzati ad arte. Come fare? Ecco quattro consigli infallibili per non sbagliare.
1. Qualità delle materie prime
Sembra una banalità ma qualsiasi ricetta ha un risultato finale migliore se si usano ingredienti di qualità. In tal senso, è fondamentale scegliere le materie prime selezionate con cura da fornitori di fiducia.
Inoltre, è consigliabile usare solo frutta e verdura di stagione. A parte per il costo in sé, soprattutto perché avrà senza dubbio una qualità migliore di ortaggi coltivati in serra.
2. Punta alla varietà degli ingredienti base del menu
Essenziale o fastoso, un menu ben strutturato deve essere quanto più possibile variegato, e accostare piatti che si esaltino e si valorizzano a vicenda, per creare un’armonia di sapori e aromi nella quale il risultato finale sia superiore alla somma dei singoli elementi.
La varietà non solo rende più piacevole il pasto ma permette all’ospite, che non dovesse gradire particolarmente qualche ingrediente o qualche tipo di cottura, di avere a disposizione delle alternative. Quindi, a meno che non si tratti di un menu a tema – nel qual caso gli ospiti dovrebbero essere informati al momento dell’invito – meglio evitare la ripetizione di ingredienti. Ad esempio, se prepariamo come primo una pasta alla Norma, meglio evitare di usare le melanzane come contorno del secondo. Se proponiamo come primo gli gnocchi, evitiamo tutti i contorni a base di patate. Se usiamo formaggi come protagonisti dei piatti principali, meglio evitare il tiramisù come dessert.
3. Alterna le modalità di cottura delle pietanze
Le ripetizioni dovrebbero essere evitate anche nella modalità di cottura. Questo significa che, le pietanze proposte dovrebbero presentare un’alternanza di tipologie di cottura: al vapore, al forno, fritte, alla griglia etc. Un menu che preveda lasagne al forno, arrosto con patate e crostata è certamente tradizionale, ma forse anche un po’ scontato. Un altro trucco è giocare con la temperatura delle pietanze servite, proponendo sia piatti caldi sia freddi.
Cerchiamo anche di variare forma e consistenza delle pietanze, in modo da non rendere il pasto monotono. Ad esempio, evitiamo di servire nello stesso pasto,gnocchi, polpette e profiteroles. Al termine della cena, gli invitati potrebbero essere autorizzati a dire: “Che palle”!
Riguardo alla consistenza cerchiamo di diversificare: se proponiamo un soufflé come primo, evitiamo la mousse al cioccolato come dolce. Se l’arrosto è accompagnato dal purè, prevediamo un dessert che non sia cremoso.
4. Gioca con le cromie
Oltre che con la bocca si mangia con gli occhi. La resa di un piatto sarà migliore se la presentazione è piacevole anche per la vista, oltre che per il palato. Per questo motivo la mise en place è importante quanto le pietanze cucinate. Per il medesimo motivo un menu armonioso deve prestare attenzione anche all’abbinamento dei colori all’interno dei piatti. Evitiamo quindi gli accostamenti monocromatici di pietanze: un pesce bianco sarà mortificato dall’associazione con il purè di patate, molto meglio accompagnarlo con delle carote al forno e degli spinaci, o con dell’insalata fresca. Il purè, invece, non sfigurerà accostato a uno spezzatino di carne in rosso, oppure a delle polpette al sugo o a un arrosto farcito.
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