Da noi se ne parla ancora poco, ma la Moda Modesta (o, in inglese, Modest Fashion) è un argomento sempre più rilevante nel fashion business.
Di che cosa si tratta? In realtà, più che di moda modesta dovremmo parlare di moda castigata. La Modest Fashion nasce infatti per offrire al mercato islamico abiti morigerati, che rispettino i dettami religiosi in tema di abbigliamento femminile.
In pratica, un guardaroba che mette al bando scollature abissali, micro-gonne e tutti gli elementi troppo rivelatori, preferendo abiti che non svelino troppo del corpo che li indossa.
Tra i primi designer occidentali a fiutare le rosee potenzialità di questo mercato ci sono stati Dolce&Gabbana. I due stilisti già un paio d’anni fa hanno lanciato una collezione ad hoc, che comprende abaya (le tuniche tradizionali dell’Islam) e hijab, ovvero i veli per coprire il capo.
Oggi sono molti i brand – da Donna Karan, a Zara – che propongono capsule collection dedicate al Ramadan.
Certo, il Medio Oriente (con i suoi molto facoltosi consumatori) è il primo grande destinatario della Moda Modesta. Ma, secondo me, sta succedendo qualcos’altro.
Me ne sono accorta guadardano gli ultimi red carpet. Accanto alle star vestite di nero per supportare la campagna #Metoo, ce ne sono altre che sempre più di frequente rinunciano ad esibire le proprie grazie, e preferiscono look più castigati.
(E ne guadagnano pure in eleganza, a parer mio).
E anche sulle passerelle, lo stile “panterona” è avviato sul viale del tramonto.
A dettare tendenza è ora un look dalle connotazioni di genere molto sfumate. Esemplare, in questo senso, il caso di Gucci, che ha sostituito le vamp create da Frida Giannini con l’estetica gender-fluid di Alessandro Michele.
Insomma, dal jet set alle passerelle, sempre più spesso vediamo mise che avrebbero tutte le carte in regola per essere catalogate come “modest fashion”.
Le mise castigate piacciono sempre di più: lo testimonia il fatto che Net-à-porter ha inserito di recente tra i filtri di ricerca per l’abbigliamento proprio la parola “Modest”.
Finalmente, sembra sia finita l’epoca in cui alle donne si richiedeva di mettere in mostra la mercanzia. Scoprirsi meno diventa una scelta ragionata, per affermare che “oltre alle gambe c’è di più”.
Insomma: la terza ondata di femminismo è arrivata anche nella moda.
E io dico: era ora.
Questo articolo ha 3 commenti
Wow che nell’articolo! Io sto seguendo questo stile di vita da un po’
Più coperta più libera mi sento!!! E pensare che ho lavorato anche come modella lingerie!
grazie Giada 🙂
🙂 grazie Giada