Lo stile degli anni 40 è pesantemente influenzato dai drammatici eventi di quel decennio.
Lo scoppio della seconda guerra mondiale (1939) precipita tutto l’occidente in un clima di precarietà. Gli uomini devono partire per il fronte. Le donne rimangono in città, e rimpiazzano mariti e compagni nelle fabbriche, dove si lavora febbrilmente per supportare lo sforzo bellico.
Entra in vigore il razionamento: abiti e stoffe (così come alimentari e combustibili) non si possono più comprare a piacimento, ma sono assegnati dallo stato in (piccole) quantità prestabilite.
La politica del razionamento ha un’enorme influenza sull’abbigliamento e sullo stile di vita della gente comune. Riciclare e non sprecare diventano dei diktat assoluti. Adesso, è il governo a decidere quanti metri di stoffa si possono usare per confezionare una giacca, quanti bottoni può avere un cappotto, e anche quante ore di lavoro si possono dedicare alla realizzazione di ciascun capo. Per economia, si riciclano surplus militari e si tingono le stoffe tutte insieme. Così, i colori tipici delle divise militari come il verde oliva, il beige e il grigio entrano per necessità anche nei guardaroba dei civili.
È sorprendente come in questi anni le donne sappiano comunque aguzzare l’ingegno per concedersi – a dispetto di tutto – qualche piccolo sfizio “fashion”. Negli Stati Uniti, dove seta e sintetici sono requisiti per usi militari le calze diventano introvabili: le signore allora si tingono le gambe con il té, e si disegnano una riga sul polpaccio per simulare una cucitura.
Nel Regno Unito la campagna Make do And Mend, lanciata dal governo, spiega come rinnovare il proprio look senza spendere un centesimo, riciclando e reinventando qualunque cosa. Il sughero rimpiazza il cuoio per suole e tacchi delle scarpe. Diventa di moda il crochet, per fare in casa guanti e piccoli accessori. Così come diventano popolari le decorazioni fatte con nastri e fiori di stoffa, i cappellini creati recuperando vecchi cappelli da uomo, e i turbanti, che si possono mettere insieme con qualunque drappo.
Intanto, quasi ad esorcizzare lo spettro della fame e della miseria, si impone nell’immaginario collettivo un modello di donna florida e burrosa, ma anche molto concreta. È il momento delle pin-up, immaginarie ragazzotte tutte curve, che accompagnano i ragazzi in guerra sotto forma di figurine ed affiches.
Gli abiti femminili degli anni 40
- Tailleur: il tema militare entra (ahimé) anche nel guardaroba dei civili. Le giacche sono squadrate, con le spalle larghe. Spariscono tutti i dettagli femminili in voga negli anni ’30, rimpiazzati da tasche applicate e spalline. Le gonne si accorciano notevolmente, per arrivare a sfiorare il ginocchio: questa scelta non è però dettata dalla vanità quanto dall’esigenza di risparmiare tessuto.
- Pantaloni: in questa decade vengono sdoganati una volta per tutti i pantaloni femminili. Usati comunemente per lavorare in fabbrica, i pantaloni vengono adottati per la loro incomparabile praticità. E visto che i carburanti sono razionati e la bici è il mezzo di trasporto più democratico, il loro successo è immediato.
- Il grembiulino: gli abiti da giorno anni ’40 sono semplici e funzionali. Si afferma il grembiulino, spesso con le tasche e l’abbottonatura frontale. La sua linea semplice ed essenziale si sposa con tessuti di cotone a fiori o a piccole fantasie per una mise semplice, femminile e funzionale.
- Abiti da sera: riservati a pochissime elette, gli abiti da sera anni ’40 riflettono il clima di austerity con linee castigate, decori contenuti e scollature sempre misurate. A farsi più ricchi sono i tessuti: lamé, satin e velluto sono tra le scelte più comuni. Ma l’immagine complessiva è sempre piuttosto sobria.
Gli accessori anni 40
- Scarpe: nascono in questi anni le zeppe di sughero. Per le décolleté e si afferma il modello peep-toe, ma vengono molto usate anche le francesine, ispirate ai modelli da uomo e spesso indossate con i calzini. In generale, le scarpe anni ’40 hanno spesso un aspetto massiccio, che trasmette solidità.
- Borse praticità è la parola d’ordine. Le tracolle diventano popolari come borse quotidiane, perché lasciano le mani libere e sono perfette per andare in bicicletta. Per le borse più eleganti, lucertola e coccodrillo sono molto diffusi: le pelli esotiche infatti, a differenza del cuoio, non vengono requisite per fini bellici.
- Cappelli e altri accessori: i cappellini, spesso fantasiosi e home-made, sono indispensabili per aggiungere un tocco d’eleganza al look e si alternano a fasce e foulard variamente annodati tra i capelli. Altri elementi ricorrenti sono i fiori di stoffa e le retine crochet, che aiutano a raccogliere i capelli anche durante il lavoro in fabbrica.
Il look beauty anni 40
- Rossetto vero marchio di fabbrica del look anni ’40, il rossetto scarlatto diventa in quel decennio un accessorio irrinunciabile. Perfetto per aggiungere un tocco di colore al viso e utile anche a risollevare il morale, il rossetto rosso conosce in questo decennio un vero e proprio boom, ed è proposto in sfumature come “Patriotic Red” “Victory Scarlett” e via dicendo.
- Capelli negli anni ’40 la moda vuole capelli lunghi e fluenti, possibilmente mossi da onde naturali. Durante il giorno però, si preferiscono acconciature raccolte che creano volume sulla sommità del capo come i famosi Victory Rolls, due riccioli da collocare ai lati della fronte. È comune decorare l’acconciatura con foulard, nastri o fiori di stoffa. Per la sera invece i capelli si portano sciolti, con una riga spesso laterale.
- Make up anni ’40 per ovvi motivi, il trucco anni ’40 non è particolarmente elaborato. Rispetto agli anni ’30, e sopracciglia tornano ad essere più folte e naturali. Anche l’incarnato non è più pallido, ma naturale e “scaldato” da tocchi di blush aranciato. Importantissimo, come già detto, il rossetto, mentre il trucco occhi rimane piuttosto naturale.
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Questo articolo ha 4 commenti
molto ben fatto
grazie <3
Chiara e sintetica! Complimenti!!
grazie 🙂