Una volta, mi capitava molto di rado di uscire di casa senza tacchi.
Succedeva per lo più il sabato, quando il mattino, senza aver ancora smaltito del tutto gli stravizi della serata precedente, scendevo a comprare la frutta al mercato.
Le altre occasioni in cui rinunciavo ai tacchi si potevano contare sulle dita di una mano: scampagnate, pic-nic, gite in montagna e poc’altro.
Da qualche anno però le mie abitudini in tema di calzature sono radicalmente cambiate.
Nel mio guardaroba si sono moltiplicate le ballerine, sono arrivate le slipper ricamate, le brogues maschili, diverse paia di magnifiche friulane e qualche paio di mocassini.
Gradualmente, le scarpe col tacco sono state relegate a un ruolo sempre più marginale: ormai, le indosso solo di rado, e anche nelle occasioni formali raramente ne sento la mancanza.
Per tanto tempo ho imputato la mia rinucia ai tacchi al fatto di aver avuto, nel frattempo, dei figli.
Innegabilmente, spingere passeggini e correre dietro ai parogoli sono attività che riescono meglio quando si indossano delle ballerine, piuttosto dei trampoli da 12cm.
Poi però poi mi sono guardata intorno.
E mi sono resa conto di non essere sola.
Il tacco, protagonista assoluto delle calzature femminili dell’ultimo mezzo secolo, oggi sta perdendo appeal.
L’impero delle sneakers
Sicuramente un ruolo chiave in questa svolta del gusto l’ha avuto la “sneaker revolution“, fenomeno chiave nel mondo degli accessori degli ultimi anni.
Ad aprire le danze è stato Karl Lagerfeld, come al solito abilissimo nell’anticipare le tendenze.
Per la sfilata Chanel Couture Spring 2014, Kaiser Karl ha proposto le scarpe da ginnastica come accessorio trasversale, da indossare 24/7, sia col tailleur che con l’abito da sera.
Per le fashion addict è stata una boccata d’aria fresca: dopo due decenni di stiletto sempre più alti e sempre più scomodi, finalmente delle scarpe confortevoli erano diventante cool.
Da quel momento, tutti i grandi i brand hanno cominciato a proporre sneakers, incontrando un incredibile ed immediato successo di pubblico. Da Balenciaga a Prada, da Armani a McQueen, non c’è stato megabrand che non abbia sfornato la “sua” sneaker. Intanto i marchi sportivi, come Nike, Adidas, New Balance e affini hanno colto la palla al balzo, cominciando a proporre modelli più ricercati (e più costosi) per attrarre la clientela “fashion”. Sono nate le collaborazioni, come quella recente tra Fendi e Fila, e le linee disegnate da celebrities, come quelle di Kayne West e Pharrell Williams per Adidas.
Oggi, a cinque cinque anni di distanza, il boom delle sneakers non sembra assolutamente esaurito. Anzi. Le donne vogliono calzature funzionali, e la riabilitazione fashion si sta estendendo a moltissime scarpe comode e basse. Le ciabatte da piscina, i sandali birkenstock, le calzature tecniche e quelle da montagna hanno tutte fatto la loro comparsa in passerella, dopo aver subito un fashion upgrade. E la crescente offerta di scarpe senza tacco ma comunque “preziose” (esempio, esempio) fa rimpiangere sempre meno i tacchi alti, anche per la sera.
Tacchi e femminismo
Sicuramente, ad offuscare l’appeal dei tacchi hanno contribuito anche le istanze femministe emerse con forza negli ultimi anni, e poi convogliate nel movimento #metoo.
L’anno scorso la receptionist londinese Nicola Throp è balzata agli onori delle cronache, dopo aver perso il lavoro per essersi rifiutata di indossare le scarpe col tacco previste dal dress code aziendale. L’episodio ha fatto discutere moltissimo oltremanica, tanto che la questione è arrivata addirittura al parlamento. Qui, una commissione appositamente istruita ha definito “discriminatoria” la richiesta delle scarpe coi tacchi sul posto di lavoro.
Un altro segnale forte è arrivato quest’anno dal red carpet di Cannes. Durante il celebre festival del cinema, Kristen Stewart ha apertamente protestato contro il dress code che impone alle signore di indossare i tacchi. Come? Sfilandosi le Louboutin e percorrendo il red carpet a piedi nudi. La sera seguente, l’attrice si è invece presentata con un paio di mocassini, rivendicando con orgoglio la sua scelta.
Insomma, sembra che i tacchi, oggi, abbiano ereditato lo scomodo ruolo che appartenne al reggiseno durante le proteste femministe degli anni ’70: quello di oggetto-simbolo del controllo sul corpo femminile.
Con buona pace di Carrie Bradshaw, che con le sue Manolo Blahnik è stata l’icona fashion di una generazione, anche Sarah Jessica Parker ha rinunciato agli stiletto.
E quest’anno, il ventesimo anniversario di Sex and The City ha rivelato che, oggi, il personaggio più amato della serie è Miranda.
Un altro segno che, di questi tempi, si preferisce restare con i piedi per terra.