Lo sbarco dell’Uomo sulla Luna – esattamente cinquant’anni fa, il 20 luglio 1969 – è un evento memorabile, che ha lasciato un segno profondo, oltre che nella scienza, anche in ambiti molto più frivoli.
A partire dalla fine degli anni ’50, in piena guerra fredda, Stati Uniti e Russia si sfidano nella corsa allo spazio. Così, tra lanci di satelliti e cagnette spedite in orbita, tute spaziali e paesaggi marziani entrano nell’immaginario collettivo. Il boom del genere Fantascienza fa il resto, e lo Space Craze si propaga in ogni ambito: design, entertainment, pubblicità…
E moda, ovviamente non resta a guardare.
André Courrège, Pierre Cardin e Paco Rabanne sono la sacra triade capitolina della Space Age Couture.
E ora ve li presento uno per uno.
André Courrège
Courrège era un ingegnere civile, prima ancora di essere uno stilista – e si vede.
I suoi capi sono riconoscibilissimi per le linee geometriche, spesso sottolineate da impunture o bordi a contrasto. Il taglio di Courrége è sempre preciso come un bisturi: non per niente il André lavora per dieci anni da Balenciaga come tagliatore, prima di aprire la sua maison, nel 1961.
Comunque, all’epoca, queste geometrie ossessive non erano apprezzate da tutti.
Chanel accusò pubblicamente il signor Courrège di imbruttire le donne, togliendo loro qualunque alone di sensualità. [il che è un po’ strano, detto da una che negli anni ’20 era stata incolpata esattamente dello stesso “crimine”… Ma non facciamo le pulci a Mademoiselle.]
Un’altra curiosità che non tutti conoscono è che Courrège si contende con Mary Quant l’onore di aver inventato la minigonna. Lo stilista parigino propose infatti dei completi con gonne ultracorte e stivali alti fino all’inguine più o meno in contemporanea con la miniskirt londinese.
Per Courrège, nello spazio ci si veste di bianco, di argento e di nero.
E anche gli accessori sono ispirati a quelli indossati dagli astronauti: occhiali a mascherina, cappelli a casco, stivali piatti.
Pierre Cardin
Il vero nome di Pierre Cardin è Pietro Costante Cardin: lo stilista nasce infatti in provincia di Treviso, ma i suoi genitori emigrano in francia quando lui è ancora in fasce.
Nel 1945, già iniziato alla professione di sarto, va a Parigi e trova lavoro prima da Schiaparelli e poi da Dior. Nel 1950 apre infine la sua Maison, mostrando da subito uno stile all’avanguardia e ispirato a temi futuristici.
Le creazioni di Cardin sono immaginifiche, e a tratti anche surreali, con forti contrasti cromatici e un massiccio uso di plastica.
Pierre Cardin è stato un autentico innovatore: non solo per la sua couture sperimentale, ma anche dal punto di vista commerciale. Forse qualcuno si ricorda gli innumerevoli oggetti firmati “Pierre Cardin” che circolavano negli anni ’80…
Ecco, Cardin fu uno dei primi stilisti a intuire il potenziale delle licenze.
Ma il suo fiuto per il business gli procurò anche qualche grana diplomatica.
Nel 1959, Cardin venne espulso dalla Chambre Syndacale de la Couture per aver disegnato una linea per i grandi magazzini Printemps.
Cardin è inoltre un industrial designer poliedrico, e ha inventato dodici “temi di design” che si possono applicare a diversi prodotti. Nel corso della sua carriera ha progettato arredi, complementi, e perfino una linea di automobili.
Paco Rabanne
Paco Rabanne (pseudonimo di Francisco Rabaneda Cuervo) è forse il più riconoscibile dei couturier Space Age. I suoi più iconici non sono fatti di stoffa, ma sono creati da una maglia di piastrine di metallo.
La fascinazione di Rabanne per i metalli d’altra parte non è casuale.
Lo stilista aveva infatti cominciato la sua carriera nel mondo della moda come creatore di gioielli per case come Dior, Givenchy e Balenciaga.I vestiti-armatura di Rabanne gli valsero il soprannome di “metallurgico della moda” (affibbiatogli da quella buon’anima di Mademoiselle Chanel) e lo resero universalmente famoso. Tanto che, nel 1968, allo stilista fu affidato il compito di creare i costumi per Barbarella, film cult del 1968.
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