Spesso si pensa che solo i fatti contino, non le parole. E, forse, è proprio per questo che tanti si danno la possibilità di parlare a sproposito. Sicuramente le azioni hanno una grande importanza ma, quando si tratta di comunicazione, le parole sono strumenti potenti capaci di distruggere o elevare. Soprattutto quando si tratta di Business Etiquette. Allo stesso modo, la scelta delle parole nel contesto lavorativo è di fondamentale importanza. Evitare frasi che possono essere percepite come negative o limitanti non solo aiuta a mantenere un clima lavorativo positivo, ma contribuisce anche a costruire relazioni professionali solide e durature. Abbiamo già parlato di quali sono i 10 peccati capitali della Business Etiquette (leggilo qui), ma oggi, vorrei condividere con voi 9 frasi da non dire mai a lavoro.
1. “Non è compito mio”: l’errore numero uno della Business Etiquette
Poche cose sono in grado di far innervosire un capo come questa affermazione. Dire “Non è compito mio” non solo dimostra una mancanza di flessibilità e di spirito di squadra, ma può anche dare l’impressione di essere poco disponibili e collaborativi. Tuttavia, ciò non significa che siamo costretti a dire sempre di sì, ma che occorre imparare una comunicazione che parte da presupposti proattivi.
Di fronte a una richiesta imprevista potremmo provare a rispondere “Sarò felice di aiutarti. Dati i miei attuali compiti di A, B e C, quale di questi devo sospendere mentre lavoro su questo nuovo incarico?”. Questa affermazione comunica chiaramente il lavoro di squadra e la disponibilità, ricordando al tempo stesso al tuo capo il tuo attuale carico di lavoro e la necessità di stabilire aspettative realistiche.
2. “L’ho sempre fatto così”
I leader più carismatici accolgono le novità come risorse preziose per crescere e migliorare. Resistere al cambiamento e chiudersi a nuove idee può essere percepito come un segno di rigidità. Il mondo del lavoro è in costante evoluzione, e adattarsi ed essere aperti a nuovi metodi e strategie è fondamentale per la crescita personale e aziendale.
Malgrado tutto non siete d’accordo? Invece di dire “L’ho sempre fatto così” provate a dire “Questo è un approccio diverso. Discutiamo dei pro e dei contro”.
3. “Non è possibile”, “Non posso farci niente”
Dire che qualcosa non può essere fatto, senza prima cercare soluzioni alternative o proporre idee, può dare l’impressione di negatività e mancanza di problem-solving. È più costruttivo approcciarsi alle sfide con un atteggiamento di apertura e di ricerca attiva di soluzioni.
Invece di dire subito “Non è possibile” prova a dire prima “Sarò felice di verificare di nuovo”, “Parliamo di cosa è possibile fare in queste circostanze” o “Quello che posso fare è questo…”.
4. “Non è colpa mia”: una delle frasi da non dire mai!
Inutile usare mezzi termini: a prescindere dal contesto lavorativo, nel momento in cui entriamo nell’età adulta, nessuno dovrebbe mai pronunciare questa frase. Scaricare le proprie responsabilità sugli altri non solo è controproducente, ma mina anche la fiducia e il rispetto all’interno del team. È importante assumersi le proprie responsabilità e lavorare insieme per trovare soluzioni, piuttosto che puntare il dito.
5. “È un idiota”, “Lei è pigra”, ”Il mio lavoro fa schifo”, “Odio questa azienda”
Niente rovina una carriera più velocemente degli insulti. Che siano esternazioni pubbliche o commenti espressi alle spalle del diretto interessato non importa: un atteggiamento giudicante nei confronti della propria azienda, ufficio, capo, colleghi o anche clienti, è assolutamente inammissibile. Se abbiamo un rospo in gola, piuttosto che coltivare rancore, esprimiamo le nostre ragioni in modo coerente e professionale. In questo modo faremo del bene alle nostre relazioni professionali, oltre che evitare un’ulcera.
6. “Non ho tempo”, “Sono troppo occupato”
Se c’è una cosa che è democratica questa è il tempo. Ognuno di noi ha a disposizione 24 ore al giorno ed è piuttosto frequente che queste non bastino per portare a compimento tutto quello che abbiamo messo in programma. Ciò detto, affermare di non avere tempo per ascoltare i colleghi, per valutare nuove idee o per offrire il proprio aiuto, può essere interpretato come mancanza di rispetto o di interesse. Gestire il proprio tempo in modo efficiente è importante, ma è altrettanto cruciale saper dare priorità alle relazioni interpersonali sul lavoro.
7. “Dovresti…”, “Avresti dovuto…” o “Avresti potuto…”
Sentirsi dire cosa fare o essere giudicati a posteriori per le nostre azioni non è mai un’esperienza gradevole, a maggior ragione se ciò avviene in un contesto lavorativo. Che voi siate un capo o meno, invece di imporre il proprio punto di vista, provate a suggerire alternative in modo collaborativo. Senza dubbio l’uso di un linguaggio meno diretto e più inclusivo favorisce il dialogo e la collaborazione.
8. “Ci proverò”
Adesso vi stupirò con una citazione fuori dai miei schemi, ma davvero risolutiva. Come afferma il maestro Yoda “Esiste fare o non fare, non c’è provare”. I nostri capi, colleghi, clienti meritano di essere trattati con professionalità, ma soprattutto con trasparenza. Se ci è stato affidato un compito valutiamo subito se saremo in grado di portarlo a compimento. L’incertezza in ambito lavorativo è un’arma a doppio taglio che non parla mai di umiltà, ma piuttosto di poca serietà professionale.
9. “Non è giusto”
Dulcis in fundo, la regina delle affermazioni passivo aggressive: “Non è giusto”. Tante cose sono ingiuste – e questo non lo nega nessuno – tuttavia, in ambito lavorativo questa affermazione non porta davvero a nulla di buono. Lamentarsi, essere passivi e dimostrarsi vittime degli eventi è un atteggiamento che nuoce alla nostra figura professionale, oltre che rovinare il clima generale in ufficio. Il giusto mindset è proattivo. Se pensi di aver subito un’ingiustizia, documenta i fatti e fai valere le tue ragioni; se credi che una dinamica in ufficio sia controproducente o non sostenibile dillo chiaramente, proponi soluzioni e chiedi aiuto a chi può aiutarti a risolvere la situazione.
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