Domenica mattina sono scesa molto presto col cane.
La strada era deserta, ma proprio davanti al mio portone una ragazza armeggiava intorno alla sua bicicletta.
Le ho chiesto se aveva bisogno di aiuto, e lei mi ha mostrato un parafango staccato, che le impediva di proseguire. Sono risalita in casa, e le ho portato un pezzo di spago: così abbiamo aggiustato alla bell’e meglio la sua bici e lei è riuscita a pedalare verso casa.
Racconto questo episodio perchè è una cosa da niente, che però è riuscita a farmi stare bene tutto il giorno.
La gentilezza gratuita fa bene a tutti, a chi la dà e a chi la riceve.
E penso che se ne stiano accorgendo sempre più persone.
Tant’è che gli atti di gengerosità gratuita stanno dando vita a due fenomeni interessanti che stanno facendo parlar di sè in questi giorni.
Il primo è il Caffé in Attesa. Si tratta di andare al bar per prendere un caffé ma pagarne invece due. Quello non consumato rimarrà lì in attesa – per l’appunto – di qualcuno che un caffè non può pagarlo. Sembra che a Napoli sia un’usanza consolidata, ma da quando se ne parla in rete si sta diffondendo in tutt’Italia (io ho lasciato il mio primo caffé in attesa questa mattina, alla pasticceria Vergani di Piazza Argentina).
Il secondo è un gioco ispirato a quello del caffè, ma che si fa con i libri, ed è pensato soprattutto per i giovani, dai 10 ai 18 anni.
Funziona così: chi va in libreria oltre ai libri per sè, ne sceglie uno che pagherà ma che lascerà in custodia al libraio. Questi si impegna a donare il libro , entro i successivi 7 giorni a un ragazzino sconosciuto.
L’iniziativa, nata da pochi giorni, ha una pagina facebook e l’hastag #librosospeso su Twitter.
Grazie al passaparola in rete, è già stata importata a Milano, e io spero che contagerà anche il resto d’Italia e perchè no? Del mondo.
Organizzate o casuali, queste cose mi fanno pensare che no, non è poi così difficile rendere il mondo un posto migliore.