Gli occhi del mondo sono puntati su Parigi, dove tra poche ore si apriranno ufficialmente dei Giochi Olimpici, con la cerimonia di apertura per le vie della città.
L’apertura di Parigi 2024 promette di essere un evento unico e memorabile, ma tutto avverrà nel rigoroso rispetto del protocollo e delle tradizioni, che garantiscono che le Olimpiadi rimangano un simbolo di speranza e unità per le nazioni.
Come tutte le cerimonie ufficiali, anche quella di apertura delle Olimpiadi estive segue un rigido protocollo (qui abbiamo parlato del cerimoniale della Festa della Repubblica), in questo caso determinato dalle linee guida del Comitato Olimpico Internazionale (CIO). Vediamo insieme qualche esempio.
La parata delle Nazioni nelle Olimpiadi
La Parata delle Nazioni è uno dei momenti simbolo della cerimonia di apertura delle Olimpiadi. Si tratta della sfilata in cui gli atleti di ogni squadra marciano preceduti dai loro portabandiera: per l’edizione del 2024, la cerimonia non si terrà – come accade di solito – in un impianto sportivo come uno stadio o un’arena. Su insistenza del Presidente Macron, la sfilata inaugurale avrà luogo nei Jardins du Trocadéro, proprio ai piedi della Tour Eiffel. Ad aprire questa parata è sempre la Grecia: la Nazione che ha dato origine ai giochi Olimpici in antichità, e dove si è svolta prima edizione dei Giochi olimpici moderni nel 1896.
Subito dopo, segue la squadra olimpica dei rifugiati del CIO, che rappresenta speranza e solidarietà globale.
Le altre squadre entrano in ordine alfabetico nella lingua nazionale. Ogni squadra viene comunque presentata da annunciatori che pronunciano i nomi delle nazioni in inglese e francese, lingue ufficiali delle Olimpiadi, aggiungendo la lingua locale se differente.
Alcuni paesi possono iscriversi con nomi alternativi per ragioni storiche o politiche. Ad esempio, la Repubblica di Cina corrisponde a quello che comunemente chiamiamo Taiwan, mentre la Cina di Shanghai e Pechino è iscritta come “Repubblica Popolare Cinese”. Lo stesso accade con la Corea del Sud che appare come “Repubblica di Corea” mentre la Corea del Nord si chiama “Repubblica Popolare Democratica di Corea”. Dal 2020, ogni squadra può avere un portabandiera uomo e una donna, per onorare la parità di genere. Questo cambiamento riflette l’impegno del CIO verso politiche più inclusive, sottolineando l’importanza di rappresentare equamente entrambi i sessi durante eventi di rilevanza globale.
Lo spettacolo che fa da cornice alla cerimonia è pensato per rappresentare e onorare la cultura del paese ospitante attraverso danze, performance musicali e altre rappresentazioni.
Ingresso delle autorità e inizio dei giochi e cerimoniale
La cerimonia inizia con l’ingresso del presidente del CIO Thomas Bach accompagngato dal Capo di Stato del paese ospitante, quindi il Presidente Macron, a cui seguiranno l’innalzamento della bandiera nazionale e l’esecuzione dell’inno. Dopo i discorsi ufficiali, Macron dichiara aperti i Giochi pronunciando la formula: “Dichiaro aperti i Giochi di [nome della città ospitante] celebranti la [numero dell’edizione] Olimpiade dell’era moderna.”
Il momento clou della cerimonia di apertura è l’arrivo della fiamma olimpica. La fiamma, simbolo di pace e amicizia, viene portata nello stadio principale con una staffetta completata da atleti dei vari paesi – detti tedofori- per un percorso di oltre sei kilometri che si snoda lungo la Senna e nei punti chiave del centro di Parigi. L’ ultimo atleta a ricevere la fiaccola la userà per accendere il braciere olimpico. quest’anno toccherà da protocollo a un francese: i nomi più quotati sono quelli di Zinedine Zidane Marie-Josè Perec .
Un altro momento altamente simbolico è la liberazione di alcuni colombe, introdotta alle Olimpiadi di Anversa 1920, come simbolo di pace unità tra le nazioni.
Infine ha luogo il giuramento olimpico. Introdotto nel 1920 il giuramento è molto simile a quello pronunciato dagli atleti dei giochi olimpici antichi. Oggi però la formula di rito Il viene pronunciata sulla bandiera olimpica, e non più sulle interiora di animali sacrificati (per fortuna!) da un atleta, da un giudice e da un allenatore. Tutti promettono di rispettare le regole e lo spirito del fair play, sottolineando l’importanza dell’onestà e dell’integrità nello sport.
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