Lo spunto per questo post mi arriva da una semplice constatazione: nei vecchi galatei c’è immancabilmente un capitolo intitolato: ” Come trattare la servitù”.
Oggi un titolo del genere fa sorridere: grazie a Dio la servitù non esiste più…
Quello che continua ad esistere, tuttavia, sono delle persone preziose, che fanno un lavoro delicatissimo: quello di prendersi cura delle nostre case e dei nostri figli, e alle quali dobbiamo infinita gratitudine e rispetto.
Per tutti questi motivi, credo sia giunto il momento di aggiornare le regole tradizionali.
Bon ton con colf, babysitter e badanti: regole di civiltà
La schiavitù, dicevamo, è finita da un bel pezzo: quindi evitiamo di lasciare dietro di noi una scia di devastazione, anche se abbiamo la fortuna di avere qualcuno che supporta nella gestione della casa e delle incombenze quotidiane.
Per fare qualche esempio: pensiamo da soli a mettere la biancheria nel cesto delle cose da lavare (risparmiando alla colf l’ingrato compito di raccattare le nostre mutande). Evitiamo di lasciarci dietro piatti con residui di cibo, bicchieri e/o tazze con liquidi a metà, curiamo di lasciare il bagno condizioni decenti (cioè senza capelli o residui evidenti nel lavandino).
Tutte queste accortezze mi sembrano il minimo sindacale per dimostrare rispetto per il lavoro di chi ci assiste.
Galateo con i collaboratori domestici: usare il Tu o il Lei?
In una società che è sempre più a favore dell’informalità, personalmente continuo a preferire il lei nei rapporti di lavoro. Ciò detto, non sono per niente inflessibile: mi è capitato che mi venisse chiesto di passare al tu, e in queste occasioni attaccata al lei mi sembrava un modo per mantenere il distacco… Cosa che avrebbe rischiato di farmi passare come snob. In queste occasioni, ho dunque preferito mettere da parte le mie preferenze e passare al tu…
Ma ognuno è ovviamente libero di fare come preferisce: l’importante che chi assume del personale metta bene in chiaro le proprie aspettative, anche in termini di comunicazione interprersonale.
Piccola nota di costume: il nome proprio + formula di cortesia (Ornella, le chiedo di…) è la formula tipica per rivolgersi alle persone di servizio
Galateo con il personale domestico live-in
Se siamo così fortunati da avere personale domestico convivente, saremo noi che in base alle dinamiche della nostra famiglia capiremo quali spazi dedicare a queste persone.
Certo i tempi degli anni 60, in cui Donna Letizia suggeriva “la cameriera passerà le serata in camera sua e solo eccezionalmente siederà sul divano insieme al resto della famiglia” sono assolutamente finiti.
Con il personale live-in ognuno si regolerà come meglio crede, perché ogni famiglia è diversa… Quello che mi preme far presente è che i nostri collaboratori sono comunque persone, che spesso vengono da aree lontane del mondo, che entrano nelle nostre case, nelle nostre famiglie e si prendono cura di ciò che abbiamo di più caro…
Per tutte queste ragioni, credo che sia inevitabile, ad un certo punto, portare il rapporto un po’ al di là di un rapporto lavorativo standard. Secondo me, per esempio, è assolutamente opportuno creare dei piccoli momenti di condivisione, come ad esempio la pizza del sabato sera.
Personale domestico e divise: si o no?
Sono una grande fan delle divise (e non solo per i domestici: proprio e in generale). Tra l’altro, mi preme farlo presente, molto spesso è proprio il personale il primo ad essere ben felice di avere a disposizione un guardaroba professionale fornito dal datore di lavoro.
Tuttavia, gli anni ’50 sono finiti da un pezzo: le cameriere con la crestina e i servitori in livrea oggi fanno un po’ sorridere, a meno che non ci troviamo in una residenza principesca oppure che non si tratti di un’occasione speciale, nella quale anche il personale di servizio è parte alla scenografia.
L’abbigliamento adatto varia a seconda del luogo (un maggiordomo alle Bahamas non si vesitrà con un Butler di una residenza in centro a Londra), ma soprattutto a seconda della funzione: gli aiuti in cucina non vestiranno come le housekeeper, per ovvie ragioni. A prescindere dalla funzione. è importante che la divisa si componga di capi funzionali e dignitosi, che possono, perché no, venire scelti assieme ai diretti interessati.
bon ton news
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Personale domestico: galateo per bambini (e adulti)
Per mettersi al riparo da spiacevoli discussione, è importante definire i compiti del personale di servizio nel dettaglio. Se abbiamo assunto una babysitter, non possiamo aspettarci che stiri mentre il bambino dorme; così come non possiamo dare per scontato che la colf abbia voglia di portare i pupi al parco “perché guarda che bel sole”. Naturalmente, a sua discrezione, il collaboratore domestico può accettare di svolgere mansioni al di fuori del suo perimetro: in questo caso, lo farà a titolo di favore personale e comunque andrà retribuito.
In generale, sono fermamente convinta che le persone si misurino da come trattano il personale di servizio.
Per questo motivo, trovo indispensabile insegnare da subito ai bambini a rispettare le persone di servizio (e tutti gli altri) dando sempre sempre il buon esempio.
Insegniamo a non dare per scontato che ci sia qualcuno che ci aiuta.
Trasmettiamo il rispetto per tate, colf e altri collaboratori domestici.
E ricordiamo sempre che favore, grazie, prego, ecc. valgono innanzitutto col personale.
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Le foto di questo post vengono da @Unsplash
Questo articolo ha 2 commenti
Sempre troppo interessante!
Grazie di ❤️Mia Cara Elisa
grazie <3