Qualcuno dice che ci sono problemi che solo un caffè e un gelato possono risolvere. Non potrei mettere la mano sul fuoco su questa massima, certo è che con l’arrivo del caldo il gelato è il dessert must per eccellenza. Se poi al dolce aggiungiamo il piacere di stare all’aperto ecco trovata la ricetta per la merenda da passeggio perfetta. Ma come mangiarlo con grazia? Meglio cono o coppetta? Per rispondere a tutti questi dubbi oggi parliamo del galateo del gelato da passeggio.
Breve storia del gelato
È indubbio che quando si pronuncia la parola “gelato” viene subito in mente l’Italia. La nostra è, infatti, la nazione che ha dato i natali a tutti quei pasticceri che hanno reso famoso questo dessert freddo in tutto il mondo da Parigi a New York.
Tuttavia, il gelato ha origini ancora più remote e affonda le proprie radici nelle antiche civiltà greca, araba e cinese. Documenti risalenti al 500 a. C. testimoniano che ad Atene i greci erano soliti preparare bevande con poco limone, miele e succo di melograno, rese ghiacciate grazie all’aggiunta di neve o ghiaccio.
Parallelamente in Arabia, altre bibite fredde venivano chiamate “sherbet”, da cui la parola italiana sorbetto. Ed è proprio in seguito alla dominazione araba che in Sicilia si diffonde l’usanza di mescolare la neve dell’Etna con succhi di frutta, dando vita e quella che viene chiamata granita siciliana e di conseguenza anche a un antesignano del gelato.
L’idea di aggiungere al succo della frutta latte e bianco d’uovo avverrà solo intorno all’anno 1565 grazie alla ricetta dell’architetto Bernardo Buontalenti, detto Mastro Bernardo delle girandole che realizza un sorbetto quasi gelato per la corte di Caterina de’ Medici, a Firenze.
Dall’Italia al resto d’Europa il passo è breve. Già nel 1686, l’intraprendente siciliano Francesco Procopio, trasferitosi a Parigi, inaugura il “Café Procope”, tuttora esistente, dove crea una nuova ricetta per fare il sorbetto-gelato utilizzando frutta, miele, zucchero e ghiaccio.
Nel corso dei secoli la produzione e il consumo del gelato come dessert si diffonderà anche in altri paesi, ma all’Italia rimane il primato di essere la nazione che ha ideato la ricetta di uno dei dolci più amati al mondo.
Come si mangia il gelato secondo il galateo?
Proprio per le sue caratteristiche, il gelato non nasce come dolce da passeggio. Era infatti più probabile consumarlo in casa o in un caffè, servito dentro coppe di vetro, piatti fondi in ceramica o tazze di porcellana. Per soddisfare il desiderio dei consumatori di consumare il dessert al di fuori dei locali, vengono inventate coppette e coni di carta, che però risultavano poco funzionali, e non erano commestibili.
Si deve, ancora una volta, a un italiano il primato per aver inventato quello che segnerà per sempre la nascita del gelato da passeggio: ovvero il cono.
La data da ricordare è il 13 dicembre 1903, giorno in cui Italo Marchioni (pasticciere bellunese emigrato a New York a fine ‘800) ottiene il brevetto per l’invenzione del cono o meglio del macchinario che permetteva di lavorare l’impasto per produrre delle cialde commestibili a forma di cono, all’interno del quale veniva messo il gelato. Ed è così che nasce la merenda estiva preferita di molti.
A questo punto si apre la questione: come mangiare con eleganza un cono? Meglio prediligere la coppetta? Il galateo su questo aspetto non pone veti. Certo è che la coppetta è la soluzione che ci permette di prendere il gelato con più grazia; inoltre grazie all’uso della paletta sarà più facile gestire un cibo che nel giro di pochi minuti passa dallo stato solido a quello liquido.
Anche se siamo particolarmente amanti del genere, se ci troviamo in un’occasione semi formale o formale non è il caso di scegliere il cono gelato. Dopotutto, tirare fuori la lingua non è mai troppo chic.
Infine una piccola chiosa per chi predilige stecchi e gelati confezionati. Ognuno ha i suoi gusti, il consiglio è di evitare di spalancare troppo la bocca, gestire nel modo più decoroso possibile eventuali pezzi di cioccolato o copertura che sfuggono al nostro controllo ed evitare leccate vigorose come se fossimo mucche al pascolo. Come in tante altre occasioni, un fazzoletto di carta a portata di mano, per riparare con discrezione a eventuali disastri, sarà il nostro migliore alleato.
Se ti interessa il Bon Ton e vuoi elevare il tuo standing, ti aspetto al miei corsi Bon Ton Lifestyle
Se ti interessa il galateo, è uscito il mio libro “Bon Ton Pop”
Se ti piacciono i miei contenuti, seguimi anche su Instagram @elisa_motterle
Questo articolo ha un commento
Pingback: Galateo del gelato: consigli per un servizio impeccabile · Elisa Motterle