Il 28 aprile è uscito nelle sale il secondo film della pluripremiata serie che abbiamo imparato ad amare grazie alle perle di saggezza di Lady Violet e al senso pratico di Lady Mary. Ho avuto l’onore di vedere in anteprima “Downton Abbey – Una nuova era”, e vorrei riprendere il tema galateo Downton Abbey, su cui ho già scritto un post, perché anche in questo secondo film ci sono – a dispetto dell’ambientazione nel 1928 – diversi temi legati al galateo che si rivelano assolutamente attuali.
Prima di partire, solo una premessa: niente spoiler, ma diversi spunti di buone maniere direttamente da casa Crawley.
I commenti sull’aspetto delle persone sono sempre fuori luogo
Ieri, come oggi, non si fanno commenti sull’aspetto fisico. A Cora, l’elegantissima Lady Grantham in carica, viene rimarcato un paio di volte che ha l’aria stanca… E si intuisce tutto il disappunto della signora per questa osservazione. Questo ci porta alla lezione numero 1: i commenti sull’aspetto fisico sono fuori luogo, senza se e senza ma… Ripetiamolo tutti assieme: le osservazioni sull’aspetto degli altri è meglio tenerle per sé. Anche il commento apparentemente più innocuo, il classico “come sei dimagrita!”, pur fatto con le migliori intenzioni, potrebbe risultare fuori luogo… Per esempio se la persona a cui è rivolta non è felice della perdita di peso, se il dimagrimento è conseguenza di un dispiacere, o peggio, di un problema di salute.
Le differenze culturali contano
Come si evince anche dal trailer, parte del film è ambientato in Francia, dove approda il signor Carson, fedelissimo maggiordomo dei Crawley e incarnazione del perfetto butler inglese.
E proprio in Francia Carson dovrà affrontare alcune sfide… Legate alle differenze tra Etiquette Francese e d’Oltremanica. Tra le differenze tra l’apparecchiatura all’inglese e l’apparecchiatura continentale e le diverse sfumature nel servizio, il film porta a galla un tema incredibilmente rilevante anche al giorno d’oggi. Sempre più spesso abbiamo a che fare con persone che provengono da diverse parti del mondo: avere consapevolezza che non esiste “un modo giusto” di fare le cose, ma che esistono tanti modi diversi quante sono le culture è oggi fondamentale.
Per approfondire il tema rimando alla sezione del blog dedicata all’etiquette cross culturale.
La formalità non esclude l’affetto
Come avevo già sottolineato nel primo post dedicato al Galateo di Downton Abbey, negli anni ‘20 i rapporti interpersonali erano caratterizzati da un alto grado di formalità. Tuttavia, come si vede bene nel film, tale consuetudine non esclude l’affetto, e non preclude l’intensità delle relazioni. Questo è un tema a me carissimo: oggi viviamo nel grande malinteso per cui l’informalità dovrebbe essere sinonimo di confidenza e autenticità. Downton Abbey ci dimostra invece che si possono avere rapporti formali ma molto affettuosi e profondi, anche con persone distanti da noi per età o ceto sociale.
D’altra parte, oggigiorno accade molto spesso che, a dispetto dell’ informalità e della familiarità esibita, alcuni rapporti si rivelino vuoti e vacui, alla prova dei fatti.
Come tratti il personale di servizio rivela molto di te
Mentre Carson è alle prese con le mise en place continentali nel sud della Francia, a Downton Abbey sono impegnati con le riprese di un film. Per l’occasione nella dimora dei Crawley approda una stella del cinema, che però si distingue subito… E non in positivo. L’attrice, che non è evidentemente una donna particolarmente raffinata, lascia tutti interdetti quando si permette di trattar male il personale di servizio. É a questo punto che la famiglia interviene, chiedendo al regista di richiamare a una maggiore educazione la sua diva. E questo non fa che confermare una cosa che sostengo da sempre: oggi come allora, le persone educate si riconoscono soprattutto da come trattano i sottoposti. Avevo affrontato il tema di come trattare il personale di servizio in un precedente post, perché penso che sia un aspetto che dice molto delle persone.
Il tono di voce è fondamentale per l’immagine di una persona
Sempre la stessa diva del cinema – quella un po’ maleducata – offre lo spunto per un’altra riflessione, che anche se non immediatamente legata al galateo riguarda un aspetto che affronto sempre nei miei training. Nello svolgimento della trama (micro-spolier alert) si manifesta a un certo punto l’esigenza di trasformare il film che stanno girando nella casa di Lord Grantham da muto a sonoro. E sapete qual è il problema maggiore? L’attrice principale, che è una famosa diva del muto e sullo schermo è bellissima, ha in realtà una voce sgraziata, dal marcato accento “da bassifondi” che la rende assolutamente inverosimile nei panni della nobildonna che dovrebbe interpretare … Come risolveranno l’impasse?
Vi lascio andare al cinema per scoprirlo! Qui mi limito a far notare che, ieri come oggi, il modo in cui parliamo è un biglietto da visita insostituibile e un lessico forbito e ricercato è un accessorio che ci qualifica più di ogni altra cosa.
Concludo aggiungendo che questo post non è sponsorizzato (se qualcuno se lo stesse chiedendo) ma è nato dalla mia sincera passione per le vincende della famiglia Crawley. Ho amato moltissimo sia la serie che i film, per vari motivi… Innanzitutto sono scritti benissimo, realizzati con grande cura, ma soprattutto: si tratta di prodotti d’intrattenimento leggeri sì, ma “PULITI”, in cui non c’è traccia di morbosità, di volgarità o superficialità. Un’autentica eccezione, nel panorama dell’entertainment di oggi.
E, per chiudere, vi lascio con una frase di Lady Mary che sarebbe da incorniciare, perché vale quanto un corso di buone maniere: “Sono troppo all’antica per pensare che conti solamente a quello che vorrei io”.
Se ti piacciono questi argomenti, puoi approfondirli nel mio libro, Bon Ton Pop
Questo articolo ha 4 commenti
Mi è piaciuto molto questo articolo, è in perfetta sintonia con ciò che penso. Piacciono molto anche a me sia i film che la serie, per qualche ora si rimane isolati dalla mancanza di educazione e buone maniere della vita quotidiana. Fin troppo spesso la finta confidenza è utilizzata per celare la maleducazione. Le buone maniere insegnate del galateo sono il nostro modo per dire agli altri che abbiamo considerazione e rispetto per la loro persona, e mettere da parte un po’ del nostro innato egoismo.
Consiglio a tutti di leggere il suo libro Bon Ton Pop, e spero che dopo averlo letto attentamente lo mettano anche in pratica.
grazie Virna, sono felice ti sia piaciuto <3 e grazie per l'incoraggiamento!
Ciao Elisa, ho visto il film proprio ieri e in lingua originale. Guardandolo non ho potuto fare a meno di pensare ai tuoi insegnamenti e alle buone maniere che tutti i protagonisti (compresi i camerieri) hanno nella serie e nel film. Riflettevo proprio sull’educazione e le buone maniere che non sono per niente legate allo status sociale, anche se ovviamente in un certo ambiente sono necessarie e insegnate fin da piccoli. Ma come dici tu quando qualcuno è maleducato non c’è ceto sociale che tenga… è e rimane maleducato. Io sono stata cresciuta da genitori che mi hanno insegnato le buone maniere (non proprio quelle che insegni tu, intendo proprio la cortesia e la buona educazione) ed il rispetto verso gli altri ed una delle cose che meno riesco a tollerare è proprio la maleducazione ormai imperante nel nostro mondo…
Spero un giorno di venire a fare un corso dei tuoi… magari a Londra se continuerai ad essere chiamata lì.. un caro saluto.
Luisa
grazie infinite Luisa, io sono pienamente d’accordo con te!
TI è piaciuto il film? Spero di sì!