Che sia frutto di un incontro al buio o di un serrato corteggiamento durato mesi non importa: il primo appuntamento è invariabilmente come scendere alla stazione in una città sconosciuta. Scoccherà la scintilla o sarà l’ennesima perdita di tempo? L’unico modo per scoprirlo è lasciarsi andare alla scoperta di qualcuno nuovo e sconosciuto. E se l’altro si rivelasse un pianeta ostile? Evitare tutti gli imprevisti è impossibile, ma il bon ton è sempre un’ottima risorsa per evitare di trasformare una serata da sogno in un incubo. Sto esagerando? Vorrei essere smentita ogni tanto, e invece purtroppo no. Ecco i vostri racconti di galateo horror stories: gli errori da evitare al primo appuntamento.
Galateo horror stories: quando i nostri peggiori incubi si fanno realtà
Parlare di appuntamenti e galateo può sembrare un concetto anacronistico. Niente di più sbagliato: conoscere il bon ton non solo può risolvere dubbi e ansie da prestazione (se vuoi approfondire l’argomento leggi qui), ma può essere anche la cartina tornasole per farci capire che siamo ancora in tempo per fuggire senza indugio.
Ad esempio, il galateo moderno ha superato la rigida regola secondo cui spetta all’uomo invitare per uscire; tuttavia, questo non significa che è tutto permesso. Al contrario è fondamentale tenere a mente esigenze e preferenze dell’altro, altrimenti l’effetto incubo che si fa realtà è assicurato.
“Primo appuntamento, lui mi invita a fare una camminata in montagna (che prima era un invito a cena, ma lo trasforma in trekking) e lui si presenta portando un amico.”
“Invito a casa sua per un brunch, specifico che sono intollerante al lattosio, lui compra una torta alla panna”
“Primo appuntamento:”Scusa se ti osservo… Hai delle orecchie davvero grandi! Non te l’hanno mai detto?” Cancellato!”
“Dopo il pranzo (dialogo pessimo) lancia 2€ di mancia alla cameriera dicendo : vatti a divertire.”
“Fanno la spesa insieme per cucinare insieme. Lui le fa portare le borse fino a casa.”
“Si presenta 2 ore in ritardo, probabilmente sotto effetto di droghe, con un taglio enorme su un braccio. Andiamo a bere una birra, lui si prende anche una pizzetta perché non aveva mangiato, davanti alla cassa io tiro fuori il portafoglio e lui neanche fa il gesto di pagare ma mi guarda e mi dice “Ah, grazie”.
Procede per 20 minuti a parlare solo di sé stesso e della sua ex, e quando cercavo di intervenire mi zittiva con un gesto della mano. Risponde ad almeno 10 chiamate in 15 minuti, scopro che è il suo compleanno e che tutti i suoi amici sono a festeggiarlo nel locale, manca solo lui. Mi sono fatta chiamare dal mio migliore amico fingendo un’emergenza e sono SCAPPATA.”
“Anni fa, invitata a cena da un corteggiatore, lui ordina anche per me senza chiedere cosa desidero.”
Chi paga il conto? Gli errori da evitare al primo appuntamento
Durante un primo appuntamento, il conto è generalmente saldato da chi ha esteso l’invito. Tuttavia, chi riceve l’invito dovrebbe evitare di ordinare il piatto più costoso del menù, dimostrando così considerazione e rispetto verso l’invitante. Inoltre, è fondamentale superare l’imbarazzo al momento del conto senza inscenare litigi su chi debba pagare, accettando con grazia ciò che viene offerto. Ecco, queste poche righe dovrebbero essere chiare ed esaustive per evitare che si ripetano episodi da horror stories come quelli testimoniati da voi.
“Un tipo mi corteggiava da mesi. Mi invita fuori e poi divide il conto a metà (al centesimo). Cancellato!!!”
“Ero ventenne, bellissimo mi invita in paninoteca, alla fine dice: paga tu, non posso spezzare 100 mila lire”
“Invitata fuori a cena, mi viene detto di scegliere il posto e di prenotare. Arrivato il momento di pagare mi sono sentita dire: hai deciso tu il posto e paghi tu.”
“Lui invita, arrivati alla cassa faccio il gesto di aprire la borsetta, e lui mi dice: ecco, brava paga tu”
Sparire dopo il primo appuntamento, ovvero: quando un possibile grande amore fa ghosting
Uno degli aspetti spesso trascurati, ma fondamentali, è l’invio di un messaggio di ringraziamento da parte di chi è stato invitato. Questo gesto, semplice ma di grande valore, non solo è segno di buone maniere ma anche di attenzione verso l’altra persona. Anche se la scintilla non dovesse scoccare, un messaggio cortese serve a chiudere l’incontro in modo positivo, evitando malintesi o false speranze. L’alternativa? Far vivere al nostro accompagnatore la sgradevole esperienza essere usciti con un fantasma.
“Storia triste: disse “ti passo a prendere alle 20 in via xy” mai presentato, sparito per sempre.”
“Mi portò a cena a km e km di distanza senza prenotare il ristorante, che trovammo chiuso, ripieghiamo su sagra con karaoke… dove un povero signore vedovo cantava sue creazioni dedicate alla moglie defunta, incontrandolo dopo nel bagno ci provò con me!!! Alla fine dell’appuntamento scopri che la scelta verso locali lontani ed infrequentabili era dovuta al fatto che lui non era single”
“Dice: vengo da te e ordiniamo le pizze. Dice di voler andare lui a prenderle. MAI TORNATO”
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