La parola “ospite” racchiude in sé una curiosa ambivalenza. Essa, infatti, viene usata per indicare sia chi accoglie in casa propria una persona, sia la persona accolta in casa d’altri. Questa medaglia dalle facce speculari nasconde inoltre nella sua etimologia latina una parola tutt’altro che positiva: hospes -ĭtis che significa “signore” ma anche “straniero”, “forestiero” e in una accezione negativa anche “nemico”. Tutto questo preambolo, per dire che accogliere ed essere accolti in uno spazio privato è un gesto non privo di insidie ed è facile diventare un ospite da dimenticare. Sto esagerando? Purtroppo no, e i vostri racconti di galateo da Horror Stories lo dimostrano.
Ricorrenze e incontri con i suoceri, ovvero: riunioni familiari da dimenticare
Lo so, sto sfondando una porta aperta. Tuttavia, da cosa cominciare se non dalle riunioni in famiglia? Gli ospiti più temibili sono infatti i nostri stessi parenti e non è un caso se vi ho proposto un vademecum del galateo salvavita per uscire incolumi da feste di Natale e ricorrenze varie. Lo trovate qui.
Che si tratti di una semplice cena o di una convivenza di settimane il mio consiglio è sempre lo stesso: siate T.E.F.L.O.N. So che certe volte richiede uno sforzo titanico, che va ben oltre l’applicazione di semplici regole di Bon Ton, tuttavia per evitare di rompere legami familiari è fondamentale corazzarsi e ricordarsi di: Tirarsi fuori emotivamente, Estraniarsi, Far finta di niente, Lasciar andare, Om om om, Non prenderla sul personale.
Qualche esempio concreto? Ecco alcuni dei vostri racconti da film Horror.
“Ospitiamo una cugina che manifesta il desiderio di riavvicinamento familiare. Peccato che dormiva fino alle 10,30 costringendo me e i bambini a stare in silenzio per non disturbarla. Successivamente si alzava e occupava il bagno per due ore. Una sera andiamo a mangiare un gelato e in risposta a una frase di mio marito (che voleva essere stimolante per fare sport) comincia ad alzare la voce, attirando l’attenzione degli estranei presenti. Volevo sotterrarmi. Inutile dire che il riavvicinamento non è andato a buon fine.”
“Pranzo di Natale, invitiamo i miei suoceri a casa nostra. Subito dopo pranzo cominciano a litigare furiosamente davanti ai nostri figli attoniti. Per farli smettere mio marito ha dovuto minacciare di non invitarli mai più.”
“Vacanze da parenti: per risparmiare era vietato tirare lo sciacquone di sera/notte e fare docce (in estate). Per decoro ci siamo iscritti a un centro sportivo locale per sfruttare le docce degli spogliatoi. Inoltre, il cibo offerto era molto misurato ed era spesso a base dell’unica cosa a cui si era intolleranti.”
Nervi saldi e una ferrea applicazione del metodo T.E.F.L.O.N. è fondamentale quando si tratta del primo incontro con i futuri suoceri (se volete un approfondimento sul tema leggete qui), chi vorrebbe mai cominciare un rapporto di parentela con il piede sbagliato? Cosa potrebbe mai andare storto? Leggete qua.
“Incontro con la futura suocera: vengo squadrata da lei e la sorella con successivi commenti domande sulla mia altezza, postura ed eventuali malattie congenite della mia famiglia. Mancava solo che mi chiedessero di aprire la bocca per mostrare i denti.”
“Ospiti per Natale a casa dei miei genitori io e il mio ragazzo abbiamo un momento di lite, che cerchiamo comunque di tenere riservato chiudendoci in stanza. Mio padre ci convoca entrambi per rimproverarci, neanche fossimo due adolescenti: il nostro malumore lo disturbava in un giorno di festa.”
“Invitata con il mio fidanzato al matrimonio del mio futuro cognato (ci saremmo sposati l’anno dopo), decido di indossare un abito con fantasia blu e nera. Vengo derisa da futura suocera milanista sfegatata.”
Galateo Horror Stories, ovvero: quando l’ospite diventa indesiderato
Altro grande tema del galateo sociale è come comportarsi quando si viene invitati in casa altrui o quando a nostra volta decidiamo di ricevere qualcuno. Qualcuno potrebbe dire che tenere a mente e rispettare tante regole può risultare ostico, io credo invece che il Bon Ton sia uno degli atteggiamenti più naturali se si agisce secondo il buon senso e sintonizzati su cosa comunica l’altro e sul rispetto reciproco.
Come vorremmo essere trattati noi stessi? Rispondendo a questa elementare domanda sarà facile ricordare, ad esempio, che quando si viene invitati è un gesto di gentilezza portare un piccolo pensiero, ma anche dare per scontato che chi ospita pagherà anche la cena. Oppure verrà spontaneo comportarsi con rispetto degli spazi altrui e rammentare che la frase “fai come se fossi a casa tua” è più simbolica che concreta. Come fare per evitare sgradevoli momenti di convivialità? Ho parlato dell’argomento qui, ma se vogliamo scendere nel concreto, ecco qualche esempio da evitare.
“Cena del mio compleanno, invitiamo una coppia di amici per cena. La moglie riceve una video chiamata dalla famiglia lontana appena seduti a tavola e decide di rispondere piazzando il telefono davanti a sé. Ignorando del tutto il mio evidente furore aggrava ulteriormente la situazione dicendo di cominciare pure a mangiare perché lei avrebbe parlato ancora per un po’.”
“Spesso una coppia di amici ci invita a cena chiedendo a ognuno di portare qualcosa da mangiare in modo da dover cucinare meno. Se invece si decide di ordinare la pizza, all’arrivo del fattorino puntualmente chiedono di saldare la propria parte di conto. Inoltre, al momento dei saluti a fine serata, rimangono seduti facendo sì che gli ospiti debbano avvicinarsi alla porta senza essere accompagnati. Abbiamo ovviato al problema frequentandoli esclusivamente dopo cena.”
“A seguito di una serata in discoteca, due amiche mi chiedono di essere ospitate da me. Avendo a disposizione solo due letti preparo il più piccolo per me e uno da una piazza e mezzo per loro due. Arrivate in casa però mi dicono che non vogliono condividere il letto perché avrebbero dormito male. Da buona ospite cedo entrambi i letti e vado a dormire nel divanetto a due sedute in cucina.”
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