Con l’approssimarsi delle festività il tema dei regali torna d’attualità ogni anno.
Ma siccome viviamo in una società cosmopolita, il tema regali può diventare spinoso.
Regalare qualcosa è un modo universale per consolidare un rapporto, ringraziare qualcuno, stringere un legame.
Ma il galateo dei regali cambia radicalmente da un luogo all’altro: ci sono culture in cui i regali sono visti come qualcosa di superfluo (per esempio in Scandinavia) e altre in cui invece il dono è un rito sociale quasi obbligatorio (come in Giappone), altre in cui invece è suggerito rifiutare un certo numero di volte prima di accettare…
Come viene concepito l’atto di donare qualcosa a qualcuno nelle differenti culture? Cosa è opportuno e cosa no? Con questo post sugli aspetto cross-culturali del dono, vediamo di fare un po’ di ordine!
Come accettare un dono: occidente vs oriente
Uno degli aspetti fondamentali del galateo del dono riguarda proprio il modo in cui è considerato educato accettare i regali.
In occidente, tradizionalmente i regali si scartano subito – dopo aver letto il biglietto – di fronte a chi ce li ha portati, e si ringrazia vivamente.
In oriente invece buona educazione vuole che i doni si aprano in privato, per evitare di “far perdere la faccia” all’altro, nel caso in cui dovessimo tradire delusione per il contenuto del pacchetto.
In tutta l’Asia, i doni si porgono e si ricevono con entrambe le mani.
In Cina, a Hong Kong e Singapore può esserci l’usanza di rifiutare tre volte il dono prima di accettarlo.
In Giappone lo scambio dei regali è particolarmente ritualizzato: nel Sol Levante ci si fanno regali a capodanno, nel corso dell’estate e molto spesso per rinsaldare legami, sia sociali che lavorativi. Si regalano anche oggetti di piccolo valore, ma sempre incartati e confezionati con la massima cura. Per questa ragione, aprire un regalo – o peggio – strappare la carta davanti a un giapponese è un gesto estremamente scortese.
Nella cultura giapponese sono molto frequenti i regali anche in ambito lavorativo. Attenzione a far sì che l’importanza del regalo sia commisurata al ruolo gerarchico. E, se si lavora in team, è opportuno fare un regalino a ciascuna persona, poiché escludere qualcuno sarebbe segno di maleducazione.
Cose da non regalare: le superstizioni nel mondo
Le superstizioni sono tante e varie, per esempio in Italia sappiamo che le perle portano lacrime, oppure che non si regalano oggetti che pungono o tagliano perché porterebbero sfortuna…
Alcune di queste credenze sono facilmente intuibili: per esempio coltelli e tagliacarte in molte parti del mondo (dalla Cina ad alcune zone d’Europa al Sud America) sono considerati simboli negativi, in grado di “dare un taglio” al rapporto.
In altri casi, la correlazione è meno ovvia. I fazzoletti, per esempio, attirerebbero lacrime: questa credenza è diffusa in Sud America e in alcune aree dell’Europa mediterranea, e si estende in alcune zone anche ai foulard, che sono considerati fazzoletti più grandi.
Altri tabù curiosi: in Cina regalare un orologio sarebbe un grande passo falso, perché ricorda lo scorrere del tempo e rappresenta quindi un memento mori. Ma anche gli ombrelli non sono ben visti in Cina perché la parola ombrello (san) in cinese suona come “rito funebre”.
Attenzione anche agli specchi che nel paese del Celeste impero attrarrebbero i fantasmi.
Infine, molte culture orientali hanno forti superstizioni legate ai numeri: anche di questo è bene tener conto, per evitare di regalare oggetti in numeri poco propizi.
Tabù religiosi e oggetti troppo comuni
Ci sono tabù religiosi che ci portano ad escludere determinati doni. Per esempio, nei paesi arabi eviteremo qualunque cosa contenga alcool, anche in minima percentuale; e tutto ciò che è prodotto con carne di maiale. In India eviteremo di portare in dono alimenti non vegetariani, e gireremo alla larga da tutto ciò che è contiene parti in cuoio (i bovini sono sacri per gli indu).
Altri punti di attenzione: regalare oggetti troppo comuni è decisamente un passo falso. Per esempio il Messico è famoso per il suo argento: regalare qualcosa d’argento sarebbe banale, così come sarebbe fuori luogo, portare in omaggio del caviale in Russia, o regalare del cioccolato in Belgio. Infine, attenzione anche all’origine del dono, che può avere una valenza politica o diplomatica… Se ci troviamo in Taiwan, un oggetto Made in China potrebbe essere visto come una provocazione, così come una bottiglia di vino australiano, in Francia, potrebbe non fare una grande impressione.
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