Arriva oggi nei cinema Italiani l’atteso film di Downton Abbey, la serie televisiva ambientata negli anni ’20 che racconta le vicende dell’aristocratica famiglia Crawley.
L’occasione mi pare quindi propizia per dare un’occhiata alle regole di galateo che regolavano la vita dell’epoca. E per capire che cosa è ancora attuale e che cosa no.
Cominciamo!
Il dress code di Downton Abbey
Nelle sei stagioni della serie televisiva abbiamo ammirato splendidi costumi…
Negli anni ’20 infatti l’aristocrazia osservava ancora un rigido dress code, che imponeva diversi cambi d’abito durante la giornata.
Per le signore, era sconveniente uscire di casa senza guanti e cappello. Oggi a seguire questa regola è rimasta solo la Regina Elisabetta.
A seconda delle diverse occasioni, abbiamo visto i nostri beniamini sfoggiare gli abiti in tweed tipici dell’aristocrazia di campagna, completi da caccia alla volpe curati in ogni dettaglio…
Ma di sicuro è la sera che i protagonisti di Downton Abbey vestono le mise più scenografiche.
Le opzioni sono due: per le cene meno formali, vige il dress code black tie. Gli uomini sono dunque in smoking mentre le signore indossano abiti da sera anche senza guanti, acconciature in piume e un gioiello importante a completare l’insieme
Per le grandi occasioni si passa invece al white tie: e cioè il dress code che vuole i signori in frac, con il papillon per l’appunto bianco. Le signore in queste occasioni sfoderano l’artiglieria pesante: preziosi abiti da sera, gioielli scintillanti indossati in parure e guanti in seta lunghi fin sopra il gomito.
È nelle serate white tie che le donne – ma solo se sposate – possono indossare la tiara.
E se oggi l’abbigliamento per il giorno si è decisamente evoluto, le regole su cosa si può e non si può indossare in occasioni Black Tie e White Tie sono identiche a quelle dei tempi di Lady Mary.
Il galateo della tavola a Downton Abbey
Le scene ambientate a tavola a Downton Abbey potrebbero essere studiate a scuola: non è un mistero che esperti di etichetta abbiano preso parte alla produzione della serie, per ricreare nel dettaglio tutte le raffinatezze dell’upper class di quel periodo.
Quand’è ora di pranzo dunque, vedremo gli ospiti sedersi sempre muovendosi verso sinistra, stare con la schiena ben staccata dallo schienale, mangiare a piccoli bocconi maneggiando le posate con grazia, e via dicendo.
Anche il servizio è sempre impeccabile, con il maggiordomo che annuncia che il pasto è servito, il cameriere che serve le pietanze da sinistra e il valletto che versa le bevande da destra.
Tutte queste regole valgono ancora oggi, anche se si applicano solo nelle occasioni molto formali.
Tra le usanze invece passate di moda, c’è quella che vuole che le signore a fine cena si spostino in salotto a bere sherry, per consentire agli uomini rimasti al tavolo di parlare di politica. Oggi si va in salotto tutti insieme, e qui vengono serviti liquori e caffè.
Relazioni sociali a Downton Abbey
Negli anni ’20 e nelle classi elevate, in Inghilterra come altrove, i rapporti sociali erano estremamente formali rispetto agli standard odierni. Nella conversazione si usava un tono molto formale, spesso anche con i membri di riguardo della propria famiglia.
L’esternazione dei sentimenti era guardata con sospetto, e i contatti fisici – specie tra persone di sesso opposto – erano limitatissimi. La stretta di mano non comune come oggi: spesso si preferiva un lieve inchino.
Gli abbracci erano considerati del tutto fuori luogo e le cosiddette PDA, ossia manifestazioni pubbliche di affetto erano inconcepibili. Al massimo si poteva andare a braccetto (e solo con parenti o amici dello stesso sesso).
Nemmeno i bambini erano risparmiati dalla formalità. I piccoli crescevano in un universo parallelo, divisi tra la nursery e i giochi all’aperto. I genitori li incontravano per un’ora al giorno (solitamente durante il tè) dopo aver fatto un bagno, e con la supervisione della nanny.
I bambini non erano ammessi ai pasti comuni fino a quando non erano in grado di padroneggiare il galateo della tavola: di solito, ben dopo i dieci anni.
Nulla di tutto questo ha oggi più senso… Anche se forse stiamo cadendo nell’eccesso opposto, e recuperare un po’ di formalità sarebbe forse opportuno.
Il personale di servizio a Downton Abbey
Oggi siamo fortunati se abbiamo una signora delle pulizie ad ore, ma ai tempi di Downton Abbey avere del personale di servizio – anche per il ceto medio – non era una cosa così inusuale.
Certo, la maggior parte delle famiglie aveva solo una donna tuttofare, mentre nelle case borghesi si disponeva mediamente – negli anni ’20 – di una cuoca, una domestica e forse un cameriere.
Salendo nella gerarchia sociale, il personale del servizio diventa sempre più articolato, fino ad arrivare alla grande aristocrazia terriera protagonista di Downton Abbey.
La servitù in una grande dimora dell’epoca contava decine di persone, e i rapporti tra i membri dello staff erano regolati una rigida gerarchia sociale, che ricalcava quella delle classi superiori.
Il Maggiordomo e la Governante, i magnifici Carson e Mrs.Hughes della serie, sono le figure più importanti di questa “seconda famiglia”. I loro sono i ruoli di maggior prestigio, ma anche con le più grandi responsabilità. Tra i loro compiti ci sono la sovrintendenza della casa, delle cantine e i dei guardaroba, l’organizzazione di cene, balli e ricevimenti, l’elaborazione di menu e la gestione degli ospiti.
Maggiordomo e governante devono poi coordinare il lavoro di una schiera di altre figure. Tra quelle principali ci sono la cuoca, che sovrintende la cucina e la dispensa (e per questo è molto potente), l’autista, che oltre a guidare funge anche da meccanico, e poi il valletto del lord e la cameriera personale della lady.
E poi c’era una schiera variegata di altre figure, composta da cuochi, camerieri, giardinieri, aiuti cucina, valletti e ragazzi di fatica.
Ti è piaciuto questo post?
Seguimi anche su Instagram e Facebook
Questo articolo ha 2 commenti
Monti interessante. Grazie e complimenti
Pingback: Galateo dei cappelli da signora: i dettagli del bon ton che non conosci · Elisa Motterle