Anche il caffè ha il suo galateo e naturalmente la sua storia. Bevanda associata spesso a un momento di pausa e di relax, è nota per le sue proprietà energizzanti e rinvigorenti. L’invito a bere un caffè è una delle modalità più classiche dell’ospitalità a casa, come si può scoprire al mio workshop “Bon Ton del ricevere”, e bastano alcuni accorgimenti pratici per renderlo un momento di convivialità dal successo assicurato.
Storia del caffè
Il caffè come bevanda compare alla fine del XV secolo e arriva in Europa attraverso le rotte dei mercanti che lo incontrano in Africa e in Oriente. Inizialmente importato dall’Etiopia, il caffè diviene molto popolare in Oriente tra i sufi dello Yemen che lo bevevano come aiuto nella concentrazione e per mantenersi vigili durante le devozioni notturne.
Il caffè fa il suo esordio nelle tazze degli europei quando i turchi invadono l’Ungheria nella prima metà del 500, da lì poi l’avanzata arriva fino a Vienna e con loro portano sempre il caffè.
E’ Venezia, culla del commercio, che grazie agli scambi commerciali intensi con Africa, Egitto e Oriente, importa il caffè e ne diviene un vero e proprio centro di diffusione. I mercanti veneziani introducono gli aristocratici al rito di questa novità e qui apre la prima caffetteria, il caffè Florian, nel 1720. In tutta Europa il caffè diventa una bevanda legata ai ritrovi sociali, diffusa tra gli intellettuali e le persone benestanti.
Servire il caffè a casa
Oggi il caffè è una delle bevande più diffuse ed ecco alcuni consigli pratici su come servirlo a casa.
Innanzitutto secondo il galateo del caffè, questo non va servito a tavola dopo cena, ma in salotto, su un tavolino davanti al divano. Talvolta eliminati dai salotti moderni, i tavolini da caffè erano un vero must dell’arredo dalla metà degli anni 40. Per non investire su un tavolino da mettere davanti al divano, ne basta uno discreto posizionato in un altro posto del salotto, da spostare poi all’occorrenza.
Sul tavolino da caffè si prepara tutto l’occorrente: tazzine, cucchiaini, tovaglioli, zuccheriera, bricco per il latte ed eventualmente anche per la panna.
I padroni di casa, che hanno il compito di servire il caffè, secondo il galateo tradizionale preparano il caffè in cucina, lo versano in un bricco termico e lo portano in salotto dove viene servito contemporaneamente a tutti gli ospiti.
Oggi sono molto comuni le macchinette del caffè casalinghe con cui è possibile preparare però solo una tazzina alla volta. Se la situazione è informale, è accettabile portare in salotto le tazzine già pronte, con l’inconveniente che gli ospiti non potranno bere il caffè in contemporanea se non vogliono degustarlo freddo.
Il caffè viene accompagnato da pasticceria secca (i biscottini da caffè più noti sono quelli conosciuti come lingue di gatto), cioccolatini e praline.
Bere il caffè al bar
Il caffè al bar, soprattutto in Italia, è un vero e proprio rito irrinunciabile e anche in questo caso il galateo fornisce consigli preziosi.
Scontato, ma non troppo, quando si entra nel locale si saluta prima di chiedere il caffè al bancone. Quando si consuma direttamente al banco, il caffè va bevuto velocemente, cosa ovviamente non necessaria se la consumazione avviene al tavolo.
Soprattutto in alcune zone d’Italia, il caffè al bar viene servito sempre con un bicchiere d’acqua: in molti lo bevono dopo il caffè, ma in teoria secondo il galateo andrebbe bevuto prima, per poter apprezzare al massimo il gusto del caffè.
Il cucchiaino serve solo per girare la bevanda quando viene zuccherata, non per prendere la schiumetta o lo zucchero che rimane sul fondo della tazzina. Vietato assolutamente leccarlo dopo aver girato il caffè. Semplicemente dopo averlo usato, va riposto sul piattino.
Culture del caffè nel mondo
Non solo galateo del caffè, ma una vera e propria cultura. Rituali e tradizioni hanno arricchito il consumo del caffè nel corso del tempo, rendendolo un fenomeno sociale. Le caffetterie viennesi del diciannovesimo secolo lanciano un modello che si diffonde in tutto il mondo: servizio gourmet, preparazioni alternative e arredo curato.
L’espresso dalle proprietà corroboranti si è diffuso in tutta la cultura occidentale: in Inghilterra, in Francia e in Austria attorno a un tavolino da caffè si riuniscono intellettuali, artisti, scrittori, politici e commercianti. Anche se è ovviamente l’Italia il paese dove l’espresso, bevuto tradizionalmente caldo e al banco, trova la sua maggior fortuna.
Non si può parlare di cultura del caffè senza parlare del Messico, che produce il 60% del caffè mondiale. Nonostante questo, il rituale del caffè è stato introdotto solo di recente, in quanto la bevanda calda più comune in Messico era il tè, alternato alla cioccolata calda.
La bevanda a base di caffè tipica messicana è il “caffè de olla”, che pare abbia origine dal preparato che le donne servivano ai soldati durante la rivoluzione. Si tratta di un caffè tostato scuro, filtrato con un colino fine o una garza e servito con zucchero di canna.
La Penisola Arabica è altrettanto importante per la cultura del caffè, infatti è qui che ha origine la preparazione del caffè tostato. Il commercio di chicchi tostati ha garantito il monopolio del commercio ai mercanti arabi per lungo tempo.
Nella cultura araba servire e preparare il caffè davanti agli ospiti è un rituale molto importante che segue regole definite. Prima si selezionano i chicchi, che vengono tostati in un padella, per poi essere trasferiti in un mortaio e pestati. A quel punto il caffè viene passato in una caffettiera, a cui viene aggiunta acqua e fatto bollire. Una volta pronto viene trasferito in una caffettiera più piccola e servito nelle tazzine agli ospiti.
Un’altra cultura nota per l’importanza che riserva al caffè è quella turca, dove è comparso nel XVI secolo, noto come “il latte dei giocatori di scacchi e dei pensatori”. Le caffetterie turche sono luoghi di socializzazione e i metodi di preparazione vengono tramandati di generazione in generazione. Il caffè turco si prepara facendo bollire con lo zucchero i chicchi macinati finemente, viene servito nelle tazzine riempite per un terzo. Quello che avanza nella caffettiera viene rimesso sul fuoco e servito solamente quando raggiunge nuovamente il punto di bollore.
Infine le moderne tendenze di consumo del caffè, sviluppatesi soprattutto nel mondo anglosassone e che trovano la loro piena espressione nella catena di caffetterie Starbucks. Nella cultura anglosassone infatti il caffè si beve lungo e con il latte. Questo lo rende perfetto da degustare “on the go”, in un bicchiere termico. Sarebbe impossibile infatti bere al banco, in poco tempo, il caffè secondo questa preparazione. Per chi vuole godersi un caffè in pace al tavolo della caffetteria, connessione internet e playlist selezionata le rendono la location perfetta per un ufficio itinerante.
Se ti interessa l’arte del ricevere, ti aspetto al mio workshop “Bon ton del ricevere”.
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