La Moda (dei grandi) è lanciata verso il genderless, epperò, vi chiedo, avete mai provato a comprare vestiti per bambini?
In qualunque grande magazzino, troverete la collezione maschietto o femminuccia, in cui trionfano là i robot, i dinosauri e il blu navy, qui il rosa, il viola, i gattini e gli unicorni.
(Ma questa logica non si limita ai vestiti: giocattoli, biberon, succhietti e fasciatoi soccombono alla stessa dittatura.)
Questa connotazione sessuale dei piccoli (perché di questo si tratta) a me personalmente fa orrore.
Ma sfuggire al fenomeno è praticamente impossibile.
Me ne sono resa conto quando, da Zara, ho trovato delle t-shirt tipo questa, che ho comprato online per la Bebé. Mi era sembrata assolutamente neutra, ma quando l’ho avuta tra le mani ho scoperto che l’etichetta recita “Zara Baby Boy“.
Mi è preso un moto di stizza.
Ma perché, di grazia, bisogna etichettare tutti fin dalla culla?
I bambini sono semplicemente bambini.
Ma poi in generale, chisenerfega del gender: non è abbastanza dire che siamo tutti solo persone?