All’inizio del ventesimo secolo, il Giappone divvenne improvvisamente di moda.
Nel 1918 Madeleine Vionnet studiò capi basati su un taglio pulito, rettangolare: qualcosa di assai diverso da tutto ciò che si era visto fino ad allora. Di colpo, il vestito non ha più una forma a sé stante, fatta di stecche e lacci in cui il corpo veniva costretto, ma ma diventa un drappo bisimensionale che si modella su chi lo abita. Lavorando sull concetto orientale dell’abito destrutturato -che prende forma sul corpo che lo indossa- la coutourière giungerà all’ideazione del taglio di sbieco…”
Avevo scritto queste cose per un piccolo essay sulla storia del kimono nella moda occidentale, ma credo che prestino benissimo a descrivere il lavoro di Paola.
Il suo GLIX studio indaga le mille possibilità di una stoffa di modellarsi du un corpo, con lo stratagemma di minuscole asole e bottoncini che percorrono i capi.
E se i tessuti sono ricercati shantung o sofisticati misti di cotone e rafia, allora gli effetti diventano geometrici e modulabili, come in un origami di stoffa croccante.
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>Devo ammettere che questo piace molto anche a me, sobrio, elegante e nero X