Alcuni lo considerano come uno strumento potente di auto espressione, altri come un simbolo di narcisismo e vanità. Di cosa sto parlando? Parlo del selfie: quello che una volta avremmo chiamato semplicemente autoritratto e che l’era del digital ha trasformato in una delle forme comunicative più diffuse in termini fotografici. Difficile dire quale delle due fazioni abbia ragione e, come sempre, non siamo qui per esprimere giudizi morali. Senza dubbio si tratta di una forma di comunicazione e, in quanto tale, racconta qualcosa di noi al mondo che ci circonda. Qui affrontiamo il tema attraverso la lente della netiquette: ovvero dell’arte del selfie secondo il galateo. Come spesso accade, la chiave sta nell’equilibrio e nella consapevolezza di come le nostre azioni digitali influenzano il mondo reale e le percezioni altrui.
La cornice perfetta secondo la netiquette, ovvero: consapevolezza del contesto e rispetto della privacy
Quando si parla di netiquette la prima parola che dovrebbe lampeggiare a chiare lettere nella mente di ognuno è solo una: privacy. In un’epoca in cui quasi ogni momento può essere catturato e condiviso, la tutela della privacy altrui è fondamentale. Prima di postare un selfie che include altre persone, è essenziale chiedere il loro consenso. Questo gesto non solo mostra rispetto ma rafforza anche le relazioni, sottolineando l’importanza che attribuiamo alla dignità altrui. Inoltre, quando si tratta di ritrarre figli altrui o minori in senso lato occorrerebbe una riservatezza maggiore. Tradotto: mai fotografare e condividere la foto di un bambino senza l’esplicito assenso dell’adulto di riferimento. Infine, per il bene del prossimo ma soprattutto nostro, ogni volta che stiamo per scattare una foto teniamo conto di chi altro si trovi nella nostra inquadratura. Non vorremmo mai pubblicare una foto in cui in secondo piano si trova ad esempio una signora a caso che sbadiglia o un commensale seduto al tavolo accanto che si sta stuzzicando i denti dopo un pasto. Il mondo non ha bisogno di questo tipo di comunicazione. Ve lo garantisco.
L’arte del selfie secondo il galateo: scegliere il contesto adeguato
Spesso capita che qualcuno della community mi chieda “Quando è il momento giusto per scattarsi una foto durante una cena?”, la mia risposta è sempre la stessa, ovvero: i cellulari non devono stare sopra la tavola. Questa dovrebbe essere una regola universale, anche se posso capire che se ci si trova al ristorante per un evento importante o al banchetto di un matrimonio, i commensali vogliono commemorare l’occasione speciale.
Detto ciò, ci sono alcuni contesti che il galateo contemporaneo considera come inadeguati per scattare un selfie: in marciapiedi affollati o dove ostruiamo il passaggio altrui, in chiesa, durante un matrimonio o un funerale, nei musei o nei memoriali dove dovrebbe esserci un atteggiamento di raccoglimento, sulla scena di un incidente o di altra disgrazia, in qualsiasi situazione intima. La premessa di un selfie è che commemora un momento di divertimento e gioia. Se l’ambiente in cui ti trovi non è in linea con questa premessa, è meglio evitare di scattare la foto. Infine, ovviamente, tutti i luoghi o le situazioni in cui è esplicitamente richiesto di non scattare fotografie.
Come usare il selfie stick
Ok, nessuno di noi ha il braccio estendibile. Anche se, ammettiamolo: quanto sarebbe comodo? Anche per questo il selfie stick è considerato un gadget salva foto. Tuttavia, è difficile apprezzare quando qualcuno lo fa oscillare rischiando di metterci K.O.
Per questo, è importante tenere il selfie stick sempre in posizione verticale e, se si possiede il modello ad altezza regolabile, estenderlo solo quando si scatta effettivamente una foto, mantenendolo compatto durante gli spostamenti. In generale, sarebbe meglio evitare di estendere il bastone in spazi affollati o quando si invade lo spazio personale altrui. Come in altri contesti del nostro quotidiano, la consapevolezza e la cortesia dovrebbero guidare l’uso di questo accessorio.
Galateo del selfie di gruppo
Il selfie non è solo un atto di auto rappresentazione ma può essere anche l’opportunità per creare ricordi condivisi con amici e familiari. Tuttavia, anche il selfie di gruppo ha le sue regole di galateo da rispettare: evita di metterti in primo piano rendendoti protagonista della foto; se sei tu il proprietario del telefono e intendi pubblicare lo scatto sui tuoi canali social, chiedi se la foto scelta piace anche agli altri prima di postarla. Ultimo, ma non ultimo, se decidi di ritoccare la foto sii generoso: non lasciare la tua migliore amica con la zona T che sembra un segnale catarifrangente mentre il tuo incarnato sembra compatta e liscia come quella di un mochi. Anche perché così non ti crede nessuno.
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