Ombrello: la storia e le regole di galateo che devi conoscere

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Marzo pazzerello, prima il sole e poi l’ombrello. Tutti conoscono questo detto, quello che forse non tutti sanno è che l’ombrello nasce con uno scopo opposto a quello di ripararsi dalla pioggia. Non ci credete? Se volete scoprire proprio tutto sulla storia e il galateo di questo accessorio, continuate a leggere l’articolo.

Storia dell’ombrello

A differenza di quanto si potrebbe presupporre, l’origine dell’ombrello è curiosamente legata al cielo sereno e al sole sfolgorante, più che a tuoni e fulmini. Infatti, la parola deriva dal latino umbrella(m), diminutivo di umbra(m) (ombra).

Non si conosce luogo e data precisa di invenzione, ma bassorilievi e affreschi fanno presupporre che sia nato in Asia Minore o in Egitto. Quello che è certo è che, al di là della funzione pratica di parasole, fosse un simbolo di potere e protezione divina. Ad esempio, gli antichi egizi credevano che la dea Nut coprisse la Terra con il suo corpo arcuato, proprio come un parasole, e le persone camminavano con gli ombrelli per avere la sua protezione.

Nell’antica Grecia venne legato al culto di Dionisio e delle dee Pallade, Atena e Persefone, venerate durante cerimonie che si tenevano all’aperto e in cui era necessaria qualcosa per proteggersi dal sole.

Elisa Motterle - Storia e galateo dell’ombrello (2)

Inoltre, dal XII secolo a.C. e per i trentadue secoli successivi, l’ombrello cerimoniale ha fatto parte delle insegne dell’Imperatore della Cina. Anche nei regni persiani, solo i sovrani, unici in tutta la popolazione, avevano il privilegio di ripararsi dal sole attraverso un ombrello sorretto dalla servitù. Questa simbologia esiste tuttora: non a caso in molti paesi africani, l’ombrello è simbolo di autorità.

Oltre che come simbolo di potere politico, l’ombrello viene usato in ambito religioso. ll Papa usa un ombrello coperto da strisce di seta rosse e gialle mentre vescovi e cardinali usano ombrelli di colore viola o verde. Durante le processioni, un grande ombrello con frange dorate, detto baldacchino, è solito ricoprire il sacerdote che porta l’ostia consacrata. Anche la religione buddista usa questo accessorio come simbolo del Buddha, tanto che, ancora oggi, le cupole dei loro monumenti sono spesso sormontate da ombrelli.

Durante il Medioevo l’ombrello cade in disuso per poi tornare a essere utilizzato nel 1400 a Parigi. In Italia, invece, si diffonde solo nel XVI secolo. Verso la fine del ‘600 in Europa arrivano i primi ombrelli di seta portati dall’Oriente dai gesuiti. In generale, però, rimane un accessorio elegante atto a completare i look di donne facoltose.

Solo nel 1852, grazie a Samuel Fox che lo brevettò vendendo il design a James Smith & Sons, l’ombrello assume la sua forma e uso odierno. E l’ombrello pieghevole? Quello fu inventato nel 1885 dall’americano John Van Wormer ma furono i fratelli ungheresi Balogh a brevettarlo nel 1923.

Elisa Motterle - Storia e galateo dell’ombrello (2)

Galateo dell’ombrello tutte le regole da seguire secondo il bon ton

L’uso appropriato dell’ombrello è fondamentale per mantenere l’armonia negli spazi pubblici durante le giornate piovose. Per questo è fondamentale tenere a mente alcune regole di galateo.

Partiamo dalle basi: è consigliabile scegliere un ombrello di dimensioni proporzionate alla propria corporatura, evitando modelli troppo grandi che possano intralciare gli altri pedoni. L’apertura e la chiusura dell’ombrello dovrebbero avvenire esclusivamente all’esterno.  Se si tratta di un ombrello classico va aperto con la punta in basso e sollevato lontano da possibili passanti; se si tratta di un ombrello pieghevole va aperto puntando in alto, sempre lontano da altre persone.

Quando si cammina per strada, è importante prestare attenzione all’altezza degli altri passanti: se si incrocia qualcuno più basso, è cortese sollevare l’ombrello per facilitare il passaggio. Secondo il bon ton, se una coppia cammina sotto lo stesso ombrello sarà sempre l’uomo a reggerlo.

Una volta entrati in un ambiente interno, l’ombrello va immediatamente chiuso e riposto negli appositi portaombrelli, evitando di lasciarlo gocciolare sul pavimento. Infine, se camminiamo per strada con l’ombrello chiuso è fondamentale tenerlo per il manico sempre con la punta rivolta verso il basso. In questo modo eviteremo di infilzare qualche malcapitato. 

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