Chi mi segue da tempo su Instagram l’avrà sicuramente capito che ho una piccola dipendenza per la Toile de Jouy.
Recentemente, dopo che ho utilizzato questa fantasia come sfondo per alcune storie, mi sono arrivati diversi messaggi che mi chiedevano qual è l’origine di questi motivi… Ed ecco dunque da dov’è nata l’idea di questo post.
La Toile de Jouy è tornata in auge qualche stagione fa dopo che è stata riproposta e aggiornata da Dior… Io la amo fin da quando ero piccola, e l’ho scelta per le tappezzerie della mia cameretta di adolescente. Questi motivi hanno avuto, d’altra parte, ammiratrici del calibro di Maria Antonietta. Perciò, se ti interessa l’argomento continua a leggere perché in questo articolo parlo proprio della storia e dei diversi stili di Toile de Jouy.
Origini storiche della Toile de Jouy
La Toile de Jouy, letteralmente “tela di Jouy,” prende il nome dal paesino di Jouy-en-Josas, una cittadina vicino a Versailles, dove Christophe-Philippe Oberkampf fondò una delle più celebri manifatture tessili del XVIII secolo.
Il successo di questa tela è legato alla crescente popolarità del cotone come fibra sia per gli abiti che per tessuti per l’arredo.
Grazie alla nascita della Compagnia delle Indie Orientali nel 1600, il cotone, prima poco conosciuto, divenne molto popolare in Europa. Le qualità che lo rendevano appetibile erano quelle per cui lo amiamo ancora oggi: la resistenza, il basso costo e la facilità di lavaggio. Le fibre venivano importate dalle Indie per venire tessute e lavorate in Europa: principalmente in Inghilterra, ma non solo. In Francia, un imprenditore di origine tedesca, Obverkampf per l’appunto, aprì la sua fabbrica a Jouy-en-Josas, vicino al fiume Bièvre, che forniva l’acqua necessaria per il lavaggio dei tessuti.
Per decorare i suoi tessuti, Oberkampf si rivolse ad artisti di spicco: per esempio Jean-Baptiste Huet, che ideò gli iconici motivi campestri, ma anche fantasie con scene romantiche e rappresentazioni storiche come la fantasia “La Ballon de Gonesse,” che raffigura un volo in mongolfiera sopra i giardini delle Tuileries.
Questi motivi, intagliati su blocchi di legno e dopo il 1770 anche su lastre di rame, venivano poi stampati con un solo colore sulla tela di cotone: et voilà, era nata la Toile de Jouy.
Tra le ammiratrici della prima ora di questa tela così tipicamente francese troviamo Maria Antonietta e anche Giuseppina Bonaparte. Marie Antoinette celebre per i suoi gusti raffinati e per l’amore per la vita semplice e i pic nic all’aperto, visitò la fabbrica di Oberkampf nel 1781 e adottò questo tessuto per arredare il Petit Trianon, ma anche e per il suo guardaroba. Anche Giuseppina Bonaparte, prima moglie di Napoleone, fu affascinata dalla Toile contribuì alla sua diffusione nelle residenze imperiali.
La mancanza di protezioni di copyright permise ad altre manifatture di imitare i disegni di Oberkampf, contribuendo ulteriormente alla diffusione del tessuto.
Da allora, la Toile de Jouy ha avuto fortune alterne, attraversando periodi di popolarità ad altri di oblio, fino al recente ritorno in voga.
Design e stili della Toile de Jouy ieri e oggi
Il design più conosciuto della Toile de Jouy riproduce scene pastorali come paesaggi idilliaci o coppie in atteggiamenti amorosi, che si ripetono,, stampate in un unico colore, su uno sfondo bianco, panna o ecrù.
Le nuance preferite erano il rosso e il blu ma fin dal ‘700 erano presenti anche viola e il verde. Successivamente, vengono realizzate anche stampe con due o più colori, che mettono in risalto le scene rappresentate. Spesso i temi raffigurati erano ripresi da famosi dipinti dell’epoca rococò, o narravano episodi storici importanti. I paesaggi bucolici sono ricorrenti, ma non mancano anche rappresentazioni architettoniche come ponti, chalet e romantiche rovine.
Oggi, accanto alle riproduzioni dei motivi classici, i decori della Toile de Jouy si sono evoluti con l’introduzione di elementi esotici come palme, leoni, tigri (presenti per esempio nella versione firmata Dior) e ma anche con rappresentazioni di città e dettagli tipici nelle metropoli di oggi.
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