Sabato, per andare a un matrimonio di amici, ho indossato questa clutch vintage.
L’ho ereditata da mia mamma.
Premetto: mia madre non è mai stata una persona frivola.
(Sì, lo so: me lo sono chiesta anche io. Sarò veramente figlia sua?)
E infatti, questa minuscola borsetta non gliel’ho mai vista addosso.
La conservava, assieme a delle calze di seta e a un paio di sandali dorati dentro una scatola, che a sua volta stava riposta su uno degli scaffali più alti dei grandi armadi che tappezzavano le pareti della stanza guardaroba.
Ogni tanto, quando per qualche motivo mia mamma andava ad arrampicarsi fin lassù a recuperare chissà che cosa, se ero stata brava abbastanza lei portava giù anche la Scatola, con il suo contenuto prezioso.
Io aspettavo trepidante, ai piedi della scala.
Appena scostava il coperchio, dalla Scatola uscivano bagliori dorati.
Per me, questa borsetta era la Felicità da prendere in mano.
Guardavo le sue perline, contavo le sue paillettes, studiavo i suoi ricami.
E tuttavia, non mi sembrava verosimile che qualcuno potesse indossarla sul serio.
Era troppo bella, troppo meravigliosa.
Chissà: una principessa, o forse la regina. Ma di sicuro non io, che mi sentivo fin troppo onorata a poterla tenere in mano, per qualche istante, un paio di volte l’anno.
E poi sabato, quando ho deciso di indossarla, ho pensato con un sorriso alla me bambina.
Ecco, sono questi gli oggetti che amo.
Per me questo è il lusso più vero.
Indossare qualcosa di unico, che ha una storia, qualcosa che per me – e solo per me – ha un significato profondo.
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Si, il lusso è quando gli oggetti sono capaci di regalarci un’emozione.