A me capita, ogni tanto, di scoprire una cosa e di capire subito che non potrò più farne a meno.
È andata così la prima volta che ho annusato il mio profumo, e la prima volta che ho assaggiato un marron glacé (sì, avevo tipo 6 anni e me ne ricordo molto bene).
Allo stesso modo è andata quando ho scoperto i turbanti di Sine Modus.
Come in altre occasioni, si è trattato di un incontro inaspettato.
Ero all’inaugurazione di una boutique vintage, Sine Modus per l’appunto.
E lì, oltre a una selezione davvero curata, tra un bicchiere di vino e un tarallo ho scoperto che Chiara e Amelia, con scampoli di tessuti d’antan, realizzano una collezione di magnifici turbanti, che sono ovviamente dei pezzi unici.
Tre i modelli disponibili, mille le declinazioni possibili.
Quella che ha per prima mi ha conquistato era una versione del modello Bianca in un magnifico broccato grigio perla con ricami silver.
Ecco, da quel momento il turbante è diventato la mia coperta di Linus nei giorni “capelli di merda” (e vista la frequenza con cui riesco ad andare dal parrucchiere, ve lo dico, sono parecchi), quando piove, e soprattutto quando voglio “tirare su” senza sforzo alcuno anche il più banale degli outfit.
Date queste premesse, ho ovviamente replicato l’acquisto, scegliendo stavolta il modello Elsa in velluto nero con motivi argentati. E ho già altri tre pezzi in wishlist.
Ufficialmente è dipendenza.
Però dai: ci son droghe peggiori.
(foto di Alexander Gonzalez Delgado)