Recentemente, mi è arrivata una mail circa così:
‘Ciao, vorremmo proporti una collaborazione con XY. Ci teniamo molto alla tua partecipazione perché tuo blog è perfettamente in target’
Peccato che fosse il prodotto proposto a non essere assolutamente in target con me.
A scriverne (scriverne bene, intendo) non sarei stata credibile per niente.
Avendo fatto la giornalista di moda per anni, di marchette ne ho fatte a palate – ovviamente.
Ma adesso che ho un altro lavoro (nel quale sono più manager e meno scrittrice) il blog mi serve solo ad avere uno spazio mio.
Non mi serve per monetizzare nè per farmi regalare prodotti che, tra l’altro, trovo di gusto cosicosí.
Se una cosa mi piace, mi convince, sono felice di scriverne aggratis.
Lo faccio volentieri, mea sponte, cosí come sono sempre la prima a fare passaparola, e a lasciare recensioni positive dei posti che secondo me valgono la pena.
Se avessi voluto continuare ad essere una penna in vendita, sarei rimasta in redazione.
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e se continuassi a farlo, dichiarando la cifra offerta… ma devoluta a un’opera di bene?
io faccio così con Pappa e Ceci, donando tutto all’UNHCR
ne ho parlato (anche) qua http://www.domitillaferrari.com/pappa-e-ceci/policy/
Ottima idea.
Prima però devo capire una cosa: chi mi paga sarebbe disposto a farlo sapere, che mi stanno pagando?
(adesso chiederò alla famosa Pr)
All’estero l’usanza degli “sponsored post” è molto diffusa. Qui, per lo meno in ambito moda, non ne ho mai visti.
Stavo giusto pensando a un altro post su questo malcostume così diffuso.
Io mi fido di più di un blogger che mi segnala quando è pagato e quando no. Quando un prodotto lo ha ricevuto in omaggio e quando invece se l’è comprato di tasca propria.
Secondo è un’informazione essenziale.
Non tutte, come se fosse un segreto che pagano i post. Ma alcune capiscono che ci fanno più bella figura e accettano. Io scrivo comunque solo di cose che mi piacciono, e a modo mio.
Segno la cifra donata e li ringrazio per aver contribuito alla raccolta a favore dei rifugiati.